martedì 17 marzo 2020

Dark side



"I'll see you on the dark side of the moon", così recita la canzone Brain Damage contenuta nell'album The Dark Side Of The Moon, prodotto della progressive rock band Pink Floyd. Ma chi sono i Pink Floyd? Facciamo un passo indietro, fino al 1967.
Dall'America giungono sound nuovi, che cercano di rivoluzionare il Rock, e i primi a captare questi cambiamenti sono proprio i Pink Floyd, pubblicando il caposaldo del Rock Psichedelico inglese, l'album "The Piper at The Gates of Dawn". La band, dopo l'esordio, continua la sua evoluzione, completando una lenta transizione dal Rock Psichedelico al Rock Progressivo, sottogenere underground che andava ad affermarsi in Inghilterra, con l'album Atom Heat Mother del 1970. Finito questo piccolo excursus, arriviamo a parlare dell'argomento di oggi. The Dark Side of The Moon è il primo vero grande classico della band. Rilasciato nel 1973, ancora oggi detiene il record di permanenza nella Billboard 200, ben 940 settimane totali.

Si tratta di un concept album, dove i temi principali sono la morte e malattia mentale. Questi temi furono scaturiti probabilmente a causa della diagnosi di seri problemi mentali all' ex frontman della band Syd Barrett, a causa del frequente uso di droghe psichedeliche. I testi furono interamente scritti dal bassista e cantante Roger Waters, mentre la composizione dei brani fu un lavoro a otto mani di tutti i membri del gruppo. Il primo brano, Speak To Me, si compone semplicemente di un battito cardiaco, interpretato come rappresentazione dell'empatia umana. Il tutto termina con un dialogo, nella quale i tecnici dello studio di registrazione, gli Abbey Road Studios, discutono della follia. Ciò funge da introduzione alla seconda canzone, Breathe (In The Air). Il testo discute degli elementi mondani che minacciano costantemente la sanità mentale di ognuno e l'importanza di vivere al meglio la propria vita, il tutto in maniera molto egoistica. I due brani erano spesso riprodotti di seguito in radio, portando alla conseguente unione dei due messaggi. Spostandoci su On The Run, il sintetizzatore evoca nell'ascoltatore il terrore che suscita in molti il volo. Arriviamo uno dei brani più conosciuti dell'intero album, Time. Nel testo, Waters descrive come i giovani si lascino spesso scivolare addosso il tempo e di come a loro sembri tutto scorrere in maniera noiosa e ripetitiva. Al termine del primo ritornello però, il bassista avverte l'ascoltatore, dicendogli che ha perso gli anni migliori della sua vita "And then one day you find ten years have got behind you.". Nella seconda strofa, viene criticata la società moderna e il suo cinismo, visto che l'unico modo per sopravvivere è "tirare avanti in una calma disperazione". Abbiamo dopo la reprise, il continuo, di Breathe che si focalizza sul tema del rifugio della vecchiaia. Infine, a concludere il lato A del disco, abbiamo The Great Gig In The Sky, contenente un assolo vocale Clare Torry. Alla stessa cantante, quando chiese come mai non ci fossero parole, la band rispose: "Non ci sono parole. Riguarda la morte."
Passiamo quindi al lato B, che incomincia con il brano più noto della band, Money. Si tratta di una critica in chiave ironica, in cui ci si prende gioco della società consumistica attraverso l'uso di vari metodi, come l'uso di effetti sonori di un registratore di cassa e di monete che tintinnano. Passiamo poi a Us And Them, brano che parla dell'etnocentrismo e critica a quanto la gente possa essere più o meno umana. Ciò viene descritto attraverso l'uso di dicotomie per le relazioni interpersonali. Troviamo poi Brain Damage, che riflette l'intero concetto dell'album, ossia la follia in ogni essere umano. Alcune frasi del protagonista sono piuttosto esplicite. Tratta la follia come risultato della continua ricerca di fama e notorietà che conduce ad un’inevitabile follia. Bisogna notare che questo è l'unico brano in cui è presente il titolo, in quanto non è presente nemmeno una title track (traccia con lo stesso titolo dell'album). L’album termina infine con il brano Eclipse, che invita l’ascoltatore a riconoscere le caratteristiche comuni agli esseri umani che ci sfuggono.
Spero di avervi invogliato a dare almeno un ascolto all’album, grazie a questa mia piccola spiegazione delle canzoni

Giovanni Tuccimei

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