giovedì 19 novembre 2020

Angela, o l’inaspettata virtù dell’ignoranza

Seguendo la pseudo-linea musicale e trash iniziate nei recenti articoli, mi è stato affidato l’onere di affrontare un pezzo del tutto nuovo, antiestablishment, e rivoluzionario, abbassando ulteriormente la qualità dei soggetti musicali rispetto a quelli già trattati.

Il pezzo di cui mi hanno obbligato a scrivere è "Non c’è n’è" (e no, non sono illetterato) di Noseal, Niklaus, Johnny F. con la triste e immancabile partecipazione di Angela Chianello (da Mondello).

Sebbene Angela sia diventata il macabro emblema di una Italia di negazionismi pigri, gli altri artisti e veri producer del pezzo risuonano al mio cervello come qualsiasi trito pezzotto di cui mi ricordi.

Mentre in pezzi Ultra-Pop come "può accompagnare solo" o "saluta Andonio" la naturale voglia di soldi si conciliava con autoironia e goliardia, in questo capolavoro lo schifo fa da padrone assoluto.

Io per primo adoro il trash, amo questo paese per essere una fonte inesauribile di gaffe, strafalcioni e fenomeni circensi che trovano il loro nido nella nostra vita attraverso la televisione e altri media.

Adoro guardarmi video di poche decine di secondi dove Luca Giurato ipotizza nuovi tempi verbali o dove tronisti o tentatori vendono la propria dignità.

È un riflesso naturale, più forte di me, è quasi un fatto identitario e patriottico.

Nel caso dell’opera sopracitata tuttavia non c’è n’è (pardon) né di bello né di brutto: è un’immondizia musicale, per citare Battiato.

Bisogna però capire come possa nascere una cosa di simile lerciume, dal suo periodo di gestazione fino alla sua prematura morte. Ovviamente prima di tutto c’è stato l’interesse popolare nato direttamente dalla carissima Angela e dopo ciò, la banda bassotti del panorama musicale si sarà fatta avanti promettendo un compenso.

Per poi scegliere una base prevedibile, con strumenti prevedibili, aggiungerci un video prevedibile, con dentro ragazze in canottiera, occhiali schermati e balletti prevedibili.

L’analfabetismo funzionale, già pienamente espresso dal titolo, si ripresenta come un tuono a ogni parola.

Il messaggio è chiaramente di stampo nichilista/pessimista-cosmico, un tema platealmente rappresentato nelle tristi righe del ritornello di Angela: non c’è n’è, non c’è n’è, non c’è n’è, non c’è niente. Parole dure espresse tramite una modificazione delle capacità canore della povera cavia oltre l’umano.

Tutte queste cose sono ormai un cliché, una costante nella produzione acchiappa soldi che circola ora, ma cosa rende questa schifezza unica e inimitabile?

Le cose sono due: la prima è la percezione per lo più negativa del pezzo che ora ammonta a 107k dislike sul canale ufficiale della VUCCIRÌA MUSIC causata ovviamente sia dal tema di pessimo gusto trattato sia dall’effettiva schifezza della canzone.

La seconda e personalmente la più importante è il finale.

Nell’epilogo, il tono sciamanico, carnevalesco, goliardico della canzone si tace e viene sostituito da una profonda critica all’istituzione tutt’oggi governante.

Questa critica è già preannunciata ai versi qui sotto riportati:

Quando conta Conte? Qua nessuno conta

in questa Italia senza un’impronta

tutti rinchiusi come in galera

solo caos, solo bufera

Nello straordinario finale dell’opera infatti viene espressa la vera ragione di questa orrenda espressione artistica. Tutto, dai coriandoli al video ad Angela stessa era per mandare un messaggio di indignazione verso il governo e fratellanza verso i lavoratori, dimenticando ovviamente i morti per una malattia che “non c’è n’è”.

È una vergogna, indipendentemente da qualsivoglia schieramento politico, mi ha fatto pensare a dei versi di Guccini, in Canzone per Silvia (Baraldini), presi da un famoso slogan per i diritti civili:

“Sempre l’ignoranza fa paura, ed il silenzio è uguale a morte”

Ora più che mai il silenzio è morte, e questi che lucrano e si nascondono dietro scuse ridicole sono a loro modo pericolosi.

Angela è infatti stata chiamata con il suo agente in commissariato per il poco rispetto delle norme di sicurezza visto nel video. 

In conclusione si tratta di una canzone, un video e una faccenda estremamente maleodoranti che spero ogni persona sul globo possa sperimentare per il semplice fatto di compatire tutti.

Sinceramente sono veramente triste, buona parte della musica ormai fa veramente pena, è difficile trovare cose genuinamente belle e sta diventando difficile persino trovare canzoni trash accettabili...mi manca Bowie, per fortuna che Dylan e Guccini sono ancora vivi.

 

Livio Sacchetto


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