martedì 24 dicembre 2019

Un Grinch in analisi



“It's because I'm green, isn't it?”
Una sequenza di nastri. Un'infinita sequenza di nastri colorati. Capisce dottore? Sono ovunque, mi rincorrono, mi avvolgono, li mangio, ne sono parte. Sono pazzo dottore?
Lei pensa che sia affetto da “depressione da feste” perché non mi strofino entusiasta contro i volti di semisconosciuti, perché neanche la mia carta di credito ama strofinarsi su POS sconosciuti al termine di file chilometriche.
Scavo nel mio passato alla ricerca della verità, dottore, del motivo che mi rende altro dalla comunità festante. Scavo nell’odio per quel ciccione di Babbo Natale e trovo bottiglie di bevande gassate ma niente di più, scavo più in profondità e vedo una luce.
Seguo la luce dottore? Eccola è molto forte, tra i regali che ho rubato lo scorso anno ricordo di aver visto dei Ray-Ban: ecco ora va meglio.
Nella luce vedo mio padre che mi bacia alle cinque prima di uscire per andare al lavoro, sento il forte odore di erba tagliata mista a fango che portava al suo ritorno a sera, vedo il suo sorriso. Era un giardiniere, mio padre, curava le piante per il comune e mi ha insegnato a costruire i sogni. Ogni volta che provavo un qualche fallimento mi ripeteva: "il segreto non è correre dietro alle farfalle, è curare il giardino perché esse vengano da te".
Torno in questo studio e tolgo i Ray-Ban, dottore. Torno con la comprensione del mio odio. Il Natale, dottore, è la scappatoia delle persone che si arrendono. Fuggono l’esistenza per vivere un’unica notte di magia, rinnegano la loro missione sulla Terra per trecentosessantaquattro giorni l’anno per poi scambiarsi regali e bigliettini glitterati e tutti quei nastri (non mi faccia riparlare dei nastri la prego!).
Mio padre, dottore, regalava la sua arte sempre, riempiva con i suoi fiori i giardini comunali, creava la sua magia ogni giorno dell’anno. Come lui tantissimi altri esseri umani rendono questo mondo splendido ogni giorno con la loro missione, cesellano la loro esistenza con ardente pazienza e la rendono un’opera d’arte; liberano la loro esistenza dal materiale in eccesso e regalano agli altri la propria essenza: l’essenziale.
Anche io, dottore, lo so che ora mi guarda stupito, ma anche io che di mestiere rubo l’estetica, rubo la facciata, rubo il corpo ad una festa così importante, anche io compio la mia missione, inseguo la mia speranza: liberare l’anima di ogni Natale da ciò che la opprime, farla volare altissima, restituirle la dimensione che le compete.
Buon Natale dottore!
Grinch


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