Esperimenti fantastici e dove trovarli
Sabato
18 gennaio si è svolto presso la nostra scuola il IX Festival della Scienza. Si
tratta di un evento che ormai è diventato un appuntamento fondamentale per
tutta la scuola.
Ma mentre per molti è limitato ad una mattina soltanto, a
pochi minuti per passare tra i vari stand e fermarsi davanti a quelli che
sembrano più strani e divertenti, per i ragazzi del Club delle scienze si
tratta di un vero e proprio percorso.
Anche
quest’anno, vi erano vari gruppi con i più variegati esperimenti. Molto
innovativo il progetto presentato dal gruppo del professor Sforza: la città
ecosostenibile. “Volevamo convincere chi sarebbe venuto a vederlo che è
possibile alimentare completamente una città utilizzando fonti di energia
rinnovabili” così affermano Matteo Vinciguerra e Riccardo Astolfi. Alla base
della città ecologica realizzata anche grazie al loro contributo c’era la
trasformazione dell’energia da meccanica a elettrica.
Sul
magnetismo si basavano invece esperimenti come quello realizzato da Nicolas
Sansò e dal gruppo di cui faceva parte Giulia Lerna. Il primo, poi
perfettamente riuscito, è stato frutto di una ricerca su internet e di varie
prove per ricrearne il corretto funzionamento. Il risultato era un bicchiere di
alluminio che si muoveva nell’acqua grazie ad un magnete. Giulia Lerna si è
invece occupata con il suo gruppo di altri aspetti del magnetismo, realizzando
per esempio lo “slime magnetico”. “Lavorare in gruppo non è stato affatto
complicato, abbiamo scelto di iscriverci al club sapendo di dover collaborare”
ci racconta.
La
collaborazione all’interno del gruppo, cruciale per la buona riuscita dei
lavori, ha invece generato qualche difficoltà nel gruppo guidato dal professor
Papandrea. “Le difficoltà sono sorte soprattutto nella collaborazione fra
maschi e femmine” ci racconta Anna Maria Monti. La loro capacità di superare
tali difficoltà iniziali ha però permesso il successo anche del loro progetto:
un gioco dove a ogni pulsante corrisponde una luce o un suono da indovinare.
Federico
Tortorella spiega invece quanto la ricerca dei materiali per il suo gruppo sia
stata lunga: “Bisogna cercare online e nei ferramenta, in particolare è stato
difficile trovare il led con un voltaggio abbastanza basso per la pila”. Nel
suo gruppo hanno lavorato con solfato di rame, solfato di zinco, strisce di
rame e zinco per la pila di Daniell e altro ancora.
Nonostante
i gruppi fossero tutti molto diversi tra loro, avevano tutti almeno un elemento
in comune, ovvero il loro obiettivo. “Meraviglia, stupore, soddisfazione”, “Ma
i libri raccontano cose vere!”, “Quando ho guardato il video online ho pensato:
che figata! Vorrei che gli altri pensino la stessa cosa” questo è ciò che i
ragazzi del club delle scienze volevano trasmettere e, a esperienza conclusa,
si può tranquillamente affermare che ci siano riusciti, tra l’entusiasmo dei
più piccoli e professori che si lasciano infuocare la mano. Ancora di più,
andrebbero ringraziati perché anche quest’anno ci hanno ricordato che ciò che
studiamo sui libri non è solo teoria ma può anche essere messo in pratica. Un
aspetto su cui il nostro sistema scolastico non pone abbastanza attenzione. In
passato le professoresse Pescarmona e Cornelli accompagnavano degli studenti al festival
delle scienze di Genova, “Il festival demerodiano è nato quando ci siamo resi
conto che potevamo ricreare qualcosa di simile a scuola” afferma la
professoressa Pescarmona. Iniziative come questa ci ricordano che apprezzare ciò che gli
altri riescono a fare è bello, ma che anche noi possiamo sempre fare
qualcosa.
Liliana
Gaddi
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