lunedì 20 gennaio 2020

Esperimenti fantastici e dove trovarli





Sabato 18 gennaio si è svolto presso la nostra scuola il IX Festival della Scienza. Si tratta di un evento che ormai è diventato un appuntamento fondamentale per tutta la scuola.
Ma mentre per molti è limitato ad una mattina soltanto, a pochi minuti per passare tra i vari stand e fermarsi davanti a quelli che sembrano più strani e divertenti, per i ragazzi del Club delle scienze si tratta di un vero e proprio percorso.
Anche quest’anno, vi erano vari gruppi con i più variegati esperimenti. Molto innovativo il progetto presentato dal gruppo del professor Sforza: la città ecosostenibile. “Volevamo convincere chi sarebbe venuto a vederlo che è possibile alimentare completamente una città utilizzando fonti di energia rinnovabili” così affermano Matteo Vinciguerra e Riccardo Astolfi. Alla base della città ecologica realizzata anche grazie al loro contributo c’era la trasformazione dell’energia da meccanica a elettrica.
Sul magnetismo si basavano invece esperimenti come quello realizzato da Nicolas Sansò e dal gruppo di cui faceva parte Giulia Lerna. Il primo, poi perfettamente riuscito, è stato frutto di una ricerca su internet e di varie prove per ricrearne il corretto funzionamento. Il risultato era un bicchiere di alluminio che si muoveva nell’acqua grazie ad un magnete. Giulia Lerna si è invece occupata con il suo gruppo di altri aspetti del magnetismo, realizzando per esempio lo “slime magnetico”. “Lavorare in gruppo non è stato affatto complicato, abbiamo scelto di iscriverci al club sapendo di dover collaborare” ci racconta.
La collaborazione all’interno del gruppo, cruciale per la buona riuscita dei lavori, ha invece generato qualche difficoltà nel gruppo guidato dal professor Papandrea. “Le difficoltà sono sorte soprattutto nella collaborazione fra maschi e femmine” ci racconta Anna Maria Monti. La loro capacità di superare tali difficoltà iniziali ha però permesso il successo anche del loro progetto: un gioco dove a ogni pulsante corrisponde una luce o un suono da indovinare.
Federico Tortorella spiega invece quanto la ricerca dei materiali per il suo gruppo sia stata lunga: “Bisogna cercare online e nei ferramenta, in particolare è stato difficile trovare il led con un voltaggio abbastanza basso per la pila”. Nel suo gruppo hanno lavorato con solfato di rame, solfato di zinco, strisce di rame e zinco per la pila di Daniell e altro ancora.
Nonostante i gruppi fossero tutti molto diversi tra loro, avevano tutti almeno un elemento in comune, ovvero il loro obiettivo. “Meraviglia, stupore, soddisfazione”, “Ma i libri raccontano cose vere!”, “Quando ho guardato il video online ho pensato: che figata! Vorrei che gli altri pensino la stessa cosa” questo è ciò che i ragazzi del club delle scienze volevano trasmettere e, a esperienza conclusa, si può tranquillamente affermare che ci siano riusciti, tra l’entusiasmo dei più piccoli e professori che si lasciano infuocare la mano. Ancora di più, andrebbero ringraziati perché anche quest’anno ci hanno ricordato che ciò che studiamo sui libri non è solo teoria ma può anche essere messo in pratica. Un aspetto su cui il nostro sistema scolastico non pone abbastanza attenzione. In passato le professoresse Pescarmona e Cornelli accompagnavano degli studenti al festival delle scienze di Genova, “Il festival demerodiano è nato quando ci siamo resi conto che potevamo ricreare qualcosa di simile a scuola” afferma la professoressa Pescarmona. Iniziative come questa ci ricordano che apprezzare ciò che gli altri riescono a fare è bello, ma che anche noi possiamo sempre fare qualcosa.           
Liliana Gaddi

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