lunedì 13 gennaio 2020

Il sussurro del De Merode - BMW e voglia di volare


Caro diario,
Mi sono svegliata alle 7.50 ieri mattina. 
Io che di solito cammino fino a scuola per vedere il sole sorgere sul Tevere mi sono trovata a infilare gli stivali nel retro di una bmw
, spettinata, confusa sullo stato stesso del mio umore mentre dicevo a mio padre: "non andrò mai più a scuola". "Va bene", sento in risposta, "tra cinque mesi non ci andrai mai più".
Le luci appese alle strade deserte hanno brillato, cangianti, nella nebbia mattutina, mentre all'improvviso le vedevo insieme per la prima e per l'ultima volta. 
Non avevo mai pensato che la mia vita attuale potesse essere diversa da un'infinita routine, che è tutto quello di cui ho ricordo. Non avevo mai pensato di poter fare qualcosa senza odiarlo almeno un poco. Non ho mai pensato al futuro in un modo diverso da scuola, altra scuola e -culmine!- lavoro. Alzando gli occhi sul parabrezza appannato ho visto invece che nella nuova fine o inizio, avrei potuto fare qualcosa che volevo davvero. Che oltre all'ansia delle ammissioni agli esami, ai voti - necessari per essere ammessi agli esami, necessari per essere ammessi all'università - c'era qualcosa che non poteva essermi tolto: il mio essere viva.
Nella prospettiva, tutto ha trovato il suo posto, e io ero in pace, perché qualsiasi cosa sarebbe successa, quest'estate avrei realizzato uno dei viaggi dei miei sogni, con le persone dei miei sogni, e sarei stata viva, così come sono viva adesso. Falò in spiaggia, bagni nell'acqua gelida che ti fanno tremare e svegliare l'anima, montagne russe e cieli sconosciuti in cui le stelle anche se spostate sono sempre le stesse. Mi ha fatto pensare a come tutti i miei amici, ed io stessa, progettiamo di strizzare in quel mese di vacanza più viaggi possibili e luoghi da vedere, come se stessimo tutti morendo di fame arretrata, ma di vita, ed avessimo paura di non poterci saziare mai; ma ora possiamo respirare. 
Spesso mi è capitato di lasciare la vita scorrere apposta, anzi, chiederle di andare più veloce tra pomeriggi sul divano mentre aspetto che arrivi il momento di vivere di nuovo. Ora siamo al traguardo: mancano cinque mesi all'estate, cento metri, e abbiamo vinto. Siamo arrivati alla fine di questa maratona folle, e tanto vale di vivere tutte quelle ore, anche quelle di studio, fino in fondo, perché siamo ancora vivi, e ce l'abbiamo fatta.

Sveva

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