Poi iniziò a raccontarle la leggenda così come sua madre gliel’aveva raccontata quando era piccolo: “In un tempo lontano, il Cielo diurno era costellato della presenza di migliaia di rondini. Nel Cielo notturno c’erano solo stelle silenziose e lontane. Un quieto silenzio che nessuna vita osava violare.
Le rondini vivono nel sole perché non conoscono né considerano altre infinite possibilità.
Ma quelle possibilità ci sono, a prescindere dal fatto che qualcuno, chiunque sia, immagini che possano esistere.
E così, un giorno, una rondine curiosa cominciò a pensare alla notte. Il pensiero diventava prepotente, cresceva e assorbiva ogni istante. La notte l’affascinava, esercitava un richiamo al quale non riusciva, non poteva e non voleva resistere.
Una sera, al crepuscolo, anziché tornare al nido a riposare con le altre rondini, decise di rimanere sveglia e volare sola in quel cielo nero e vuoto, trapunto di luci.
Il timore iniziale per l’ignoto e la solitudine furono immediatamente confortati da quelle stelle così calde e rassicuranti. Lontane, lontane eppure a non più di un battito d’ali da lei.
E volò sola quella prima notte, e poi una seconda e così per tutte le notti a venire.
Le altre rondini pensavano fosse impazzita ed etichettavano il suo amore, il suo desiderio, la sua voglia di scoprire come follia. Raccontavano ai piccoli la storia della rondine pazza e vietavano loro di imitare un comportamento tanto insensato.
Ma nessun avvertimento, nessun rimprovero e nessun giudizio possono soffocare il fuoco che arde in ogni essere vivente, se quell’essere ne è consapevole e decide di alimentarlo.
A poco a poco, la rondine non fu più sola a volare in quel cielo stellato. Aveva sempre creduto che le sarebbe dispiaciuto non avere più per sé tutto quello spazio infinito. Si accorse però che c’era posto per tutti. La compagnia che aveva temuto e che, in qualche occasione, le era mancata tanto, ora era presente. E più rondini seguivano la sua strada, più lei era felice che quegli Spiriti affini abbattessero dei limiti illusori e, come lei, imparassero ad amare i segreti della notte.
Passarono gli anni, molti, e le rondini continuarono a volare nei due cieli.
Ma, a mano a mano che il tempo trascorreva, senza quasi che se ne rendessero conto, le rondini che amavano la notte iniziarono a mutare, a trasformarsi nel corpo e nell’anima per comprendere e vivere appieno quello spazio che, ora, era tutta la loro vita.
Così, secondo la leggenda, nacquero i pipistrelli.”.
Seguì un attimo di silenzio in cui il giovane pipistrello cercò di decifrare l’espressione di Aria.
Lei, ad un tratto, ruppe il silenzio. Aveva una strana luce divertita negli occhi. “Mmmh, è una bella storia. Sai che le leggende contengono sempre un fondo di verità?” gli chiese in modo ambiguo.
“Sì, lo so”. Non capiva dove volesse arrivare.
“Allora complimenti! Stanotte hai scoperto quel fondo di verità.”.
La vide sorridere nell’oscurità.
“Hai appena conosciuto la tua prima rondine!”.
Non ha importanza quali limiti
gli altri credono tu abbia.
L’importante è che tu
non ti convinca di averne.
Valerio Boscaro
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