Sai quello che vuoi. Quando lo vedi davanti a te lo riconosci, perché è parte di te.
Da bambina sapevo cosa amavo perché sapevo di disprezzare il resto, rappresentato da cosa mi condizionava
e mi tratteneva nella stasi.
In quei casi, come si fa in questi giorni nella noia della quarantena, evadevo
nell'arte, nella lettura, con il pensiero; dove nulla aveva a che fare con quello che volevano gli altri per me,
che vedevano in me potenzialità che volevano fossero raggiunte. Forse per compiacere loro, forse per non
sentirli più ho smesso di leggere, scrivere, non avevo più tempo. Non c’era spazio nella nuova realtà per
tornare a casa fantasia. Non rassegnandomi ho scelto allora di rendere la fuga (dalla causa materiale delle
mie pressioni) lo scopo della mia sofferenza. Avrei incanalato tutte le mie energie per poter finalmente
liberarmi, e farlo ottenendo esattamente quello che volevano gli altri per me, che io non sapevo ancora di
volere. Ha funzionato per anni ero dove volevano che fossi. Con il tempo ho smesso di vedere quello che
era allo specchio come una maschera e non il mio volto. Crescendo si erano fuse insieme, due ed una cosa
sola come due amanti. Ancora un giorno, ancora un anno per essere libera, mi dicevo. Il tempo non è servito,
finché non ho fatto i conti con la realtà, e ha fatto male. Molto, molto più male di quanto io stessa mi sono
concessa di soffrire. Sono stata tagliata dai cocci appuntiti di un bellissimo, prezioso sogno infranto, e
costretta a guardare in faccia la realtà. Il nascere di quel sogno, per metà autentico, la sua disfatta, il mio
sentimento di oppressione: non erano colpa di nessuno. Proprio questa quarantena ha fermato il fiume in
piena della mia vita, e mi ha costretto a guardare il suo fondo, distinguere le cose importanti per me da quelle
degli altri. A farmi studiare da sola, e farmi perdere nelle pagine dei libri, fino a farmi dimenticare che stavo
studiando. A ricordarmi che la ragione prima delle scelte che ho compiuto, è stata averle amate
profondamente. Ho capito che non sono qui a scrivere per qualcuno se non per me stessa. I miei pensieri, le
analisi e considerazioni su libri, poesie, conversazioni scribacchiate nei miei quaderni e i miei racconti, ciò
che ho da dire: ecco quello che voglio offrire al mondo, unica cosa che davvero desidero mi sia riconosciuta.
Forse suona falso, ma ho ritrovato i miei contenuti.
Sveva
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