mercoledì 11 marzo 2020

Irruzione - Decameron 2.0 - Novella VI


La notte era silenziosa, l’unica cosa che si sentiva era il rombo dell’elicottero. La notte era buia, si vedeva solo il riflesso del metallo delle piastrine.
Condizioni perfette per la loro operazione.

“1 minuto” si sentì rimbombare nelle cuffie, dovevano mantenere le comunicazioni al minimo o li avrebbero intercettati. Jack voleva soltanto chiamare sua moglie, salutarla e dirle che l’amava più di ogni altra cosa, aveva paura che non avrebbe più potuto farlo.
“30 secondi” l’elicottero iniziava ad abbassarsi, si potevano intravedere i tetti piatti e sporchi di quelle case popolari.
“Sopra l’obbiettivo, iniziare fase di schieramento” i militari si prepararono, era un’operazione mordi e fuggi, poteva terminare un lungo periodo di terrore o cominciarne un altro.
"Alfa, qui è Campo T, mi ricevete?” Jack era il caposquadra, era stato scelto perché era “The Death”, titolo che lui odiava come poche cose;
"Campo T, qui è Alfa-1, tutti gli uomini dispiegati, in attesa di ordini” l’operazione era stata preparata per mesi, l’obbiettivo era Mohammed al-Jilwah, capo dell’ ex federazione medio-orientale, la federazione era una minaccia per l’ Occidente da tanti anni.
“Qui Campo T, iniziare operazione” l’elicottero era atterrato nel cortile di un compound che al-Jilwah si era fatto costruire dopo il suo arrivo nel Uiguristan.
"Verso la cucina” le mappe della villa furono relativamente facile, la corruzione in Uiguristan era all’ordine del giorno.
L’intrusione fu più veloce del previsto, entrarono dalla cucina e con un colpo di calcio sorpresero i tre cuochi, l’interprete si fece spazio tra i soldati e ordino a i servitori di rimanere immobili dove erano, senza parlare.
Jack avrebbe fatto il possibile per non uccidere civili, aveva già troppi morti sulla coscienza.
La squadra seguì le indicazioni, sapevano che a quell’ora al-Jilwah si trovava a letto. Appena salirono la prima rampa di scale, trovarono di guardia un ragazzo che iniziò ad urlare, Jack non ci pensò due volte e crivellò di colpi il giovane, in lui vide suo nipote di appena 16 anni, ammirava il lavoro di Jack ma per fortuna voleva fare il medico; questo pensiero colpì Jack più forte di qualunque proiettile e lo fece quasi cadere a terra, “Che cavolo Jack, non puoi stare mica lì fermo a dondolare, abbiamo poco tempo” era vero, avevano poco tempo prima che arrivassero altre guardie.
La porta della camera di Jilwah era davanti a loro, la carica esplosiva fece il suo lavoro ed entrarono.
Jack fece quello che si doveva fare.
“Obiettivo trovato e neutralizzato”
Giuseppe Cirimele

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