lunedì 18 maggio 2020

Fase 2.2.2...



Cari lettori non più quarantenati,

Oggi inizia la fase due. Che poi, scusate, ma non era già iniziata il 4 maggio? Comunque, pare che oggi inizi quella vera di fase 2: riaprono negozi, bar, ristoranti, stabilimenti balneari, musei… Pensate adesso si possono anche andare a trovare gli amici senza aver paura di spiegare alla polizia che sono i cugini del fratello dello zio di nostra madre. Peccato però, perché un po' stimolava la mia fantasia.
Poi scusate, ma adesso possiamo anche smettere di far finta di essere tutti sportivi, vero? Mai come durante queste due settimane ho visto i parchi così pieni di gente che svolgeva “attività motoria”. Inoltre, se prima non facevo altro che chiedermi da dove si fossero materializzati tutti quei poliziotti (sul serio, che facevano prima della quarantena?) ora non faccio altro che chiedermi dove tutta questa gente abbia trovato delle biciclette, essendo il bonus per bici e monopattini non ancora attivo. Una volta sembrava che ce l’avessi solo io a Roma. Invece pare di no e sembra anche che un po’ per necessità, un po’ per disperazione e un po’ per la gioia di poter mettere finalmente piede fuori casa alcune cose siano cambiate davvero. Quindi abbiamo cominciato ad incontrarci al parco, a fare passeggiate invece di andare fuori a cena e forse a dare meno per scontato il cielo azzurro sopra le nostre teste. Chi l’avrebbe mai detto? A rendere il tutto ancora più facile, poi, sono state le mascherine, grandi alleate di tutti quegli allergici che altrimenti sarebbero rimasti dentro casa anche a quarantena finita. Ora io mi chiedo, cosa ci resterà quando sarà passato l’entusiasmo di questo momento? Cosa succederà quando ci saremo riabituati a vedere anche le gambe delle persone, non solo le loro facce? Quando ci saluteremo senza abbracciarci, senza pensare che tutta quella distanza sarebbe sembrata ridicola solo qualche mese fa? C’è chi dice che oggi torniamo alla normalità e c’è chi dice che non ci torneremo mai. Io non sarei così drastica, ma sinceramente, voi ci tornereste alla vostra “normalità” esattamente come era prima? Non avete voglia di scoprire che cosa riusciremo ad inventarci se l’ansia e la paura non ci daranno alla testa? Adesso il coronavirus ci sembra un avvenimento epocale, uno spartiacque nella storia. Magari è solo un triste incidente. Magari avevamo solo bisogno di ricordarci che le epidemie sono sempre esistite e continueranno ad esistere. Forse l’unico problema di questa situazione è che non siamo noi a scegliere né di vivere una pandemia né cosa fare per risolverla. Se le norme che ci verranno imposte saranno assurde, se staremo seduti al ristorante separati con il plexiglass da quegli stessi amici con cui prima abbiamo condiviso la macchina, se provarsi un vestito in un negozio diventerà più complicato che cucirselo da soli, se al mare non si è ancora capito cosa dovremo fare per mantenere le distanze e non far chiudere lo stabilimento… allora quali idee diventeranno normali che prima credevamo inconcepibili? Lo chiamiamo ritorno alla normalità ma non ci accorgiamo che ne stiamo costruendo una completamente nuova. Spero solo che non si fondi sulla paura. Chiedo troppo? Va bene, sembra un’altra di quelle innumerevoli riflessioni scritte sul coronavirus in questo periodo. Giuro, non era quello il mio intento, o forse in parte sì. Comunque, credo che lentamente tutti stiamo scoprendo i lati positivi dell’incertezza della vita, la bellezza di vedere come cambia la storia quando cambiamo noi e volevo lasciarvi con una domanda: come vorreste stravolgere la vostra normalità? Ecco ora che ci avete pensato, quando volete cominciare a stravolgerla?
Non vedo l’ora di scoprirlo,

Liliana Gaddi
  

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