Cari lettori non più quarantenati,
Oggi inizia la fase due.
Che poi, scusate, ma non era già iniziata il 4 maggio? Comunque, pare che oggi
inizi quella vera di fase 2: riaprono negozi, bar, ristoranti, stabilimenti
balneari, musei… Pensate adesso si possono anche andare a trovare gli amici
senza aver paura di spiegare alla polizia che sono i cugini del fratello dello
zio di nostra madre. Peccato però, perché un po' stimolava la mia fantasia.
Poi
scusate, ma adesso possiamo anche smettere di far finta di essere tutti
sportivi, vero? Mai come durante queste due settimane ho visto i parchi così
pieni di gente che svolgeva “attività motoria”. Inoltre, se prima non facevo
altro che chiedermi da dove si fossero materializzati tutti quei poliziotti
(sul serio, che facevano prima della quarantena?) ora non faccio altro che
chiedermi dove tutta questa gente abbia trovato delle biciclette, essendo il
bonus per bici e monopattini non ancora attivo. Una volta sembrava che ce
l’avessi solo io a Roma. Invece pare di no e sembra anche che un po’ per
necessità, un po’ per disperazione e un po’ per la gioia di poter mettere
finalmente piede fuori casa alcune cose siano cambiate davvero. Quindi abbiamo
cominciato ad incontrarci al parco, a fare passeggiate invece di andare fuori a
cena e forse a dare meno per scontato il cielo azzurro sopra le nostre teste.
Chi l’avrebbe mai detto? A rendere il tutto ancora più facile, poi, sono state
le mascherine, grandi alleate di tutti quegli allergici che altrimenti
sarebbero rimasti dentro casa anche a quarantena finita. Ora io mi chiedo, cosa
ci resterà quando sarà passato l’entusiasmo di questo momento? Cosa succederà
quando ci saremo riabituati a vedere anche le gambe delle persone, non solo le
loro facce? Quando ci saluteremo senza abbracciarci, senza pensare che tutta
quella distanza sarebbe sembrata ridicola solo qualche mese fa? C’è chi dice
che oggi torniamo alla normalità e c’è chi dice che non ci torneremo mai. Io
non sarei così drastica, ma sinceramente, voi ci tornereste alla vostra
“normalità” esattamente come era prima? Non avete voglia di scoprire che cosa
riusciremo ad inventarci se l’ansia e la paura non ci daranno alla testa?
Adesso il coronavirus ci sembra un avvenimento epocale, uno spartiacque nella
storia. Magari è solo un triste incidente. Magari avevamo solo bisogno di
ricordarci che le epidemie sono sempre esistite e continueranno ad esistere.
Forse l’unico problema di questa situazione è che non siamo noi a scegliere né
di vivere una pandemia né cosa fare per risolverla. Se le norme che ci verranno
imposte saranno assurde, se staremo seduti al ristorante separati con il
plexiglass da quegli stessi amici con cui prima abbiamo condiviso la macchina,
se provarsi un vestito in un negozio diventerà più complicato che cucirselo da
soli, se al mare non si è ancora capito cosa dovremo fare per mantenere le
distanze e non far chiudere lo stabilimento… allora quali idee diventeranno normali
che prima credevamo inconcepibili? Lo chiamiamo ritorno alla normalità ma non
ci accorgiamo che ne stiamo costruendo una completamente nuova. Spero solo che
non si fondi sulla paura. Chiedo troppo? Va bene, sembra un’altra di quelle
innumerevoli riflessioni scritte sul coronavirus in questo periodo. Giuro, non
era quello il mio intento, o forse in parte sì. Comunque, credo che lentamente
tutti stiamo scoprendo i lati positivi dell’incertezza della vita, la bellezza
di vedere come cambia la storia quando cambiamo noi e volevo lasciarvi con una
domanda: come vorreste stravolgere la vostra normalità? Ecco ora che ci avete
pensato, quando volete cominciare a stravolgerla?
Non vedo l’ora di
scoprirlo,
Liliana Gaddi
Nessun commento:
Posta un commento