SCENA 13.
Cirano e de Guiche.
DE GUICHE (entra mascherato, avanza a tastoni nel buio): Maledetto
frate, dove si sarà cacciato?
CIRANO: Diavolo!... E se riconosce la mia voce? Bisogna che mi rimetta
a parlare guascone!
DE GUICHE (guardando la casa): E' qui. Non vedo niente. Questa
maschera mi acceca!
(Fa per entrare. Cirano salta dal balcone tenendosi al ramo e cade tra
la porta e de Guiche. Finge di cadere da grande altezza e si lascia
andare per terra, come stordito. De Guiche fa un salto indietro).
Chi è là?
(Quando alza gli occhi il ramo si è raddrizzato, non si vede che il
cielo. Non capisce da dove Cirano sia caduto).
Da dove casca quest'uomo?
CIRANO (mettendosi a sedere e parlando con la voce alterata
dall'accento guascone): Dalla luna!
DE GUICHE: Dalla?!...
CIRANO (come sognando): Che ore sono?
DE GUICHE: E' pazzo?
CIRANO: Che ora? Che paese? Che giorno? Che stagione?
DE GUICHE: Ma...
CIRANO: Sono frastornato.
DE GUICHE: Signore...
CIRANO: Sono appena caduto dalla luna - come una bomba.
DE GUICHE (spazientendosi): Via, signore!
CIRANO (alzandosi, con voce terribile): Io sono caduto!
DE GUICHE (indietreggiando): Va bene, va bene! Siete caduto...
Dev'essere un demente.
CIRANO (andando verso di lui): Proprio così! Sono caduto - e senza
metafora!
DE GUICHE: Ma...
CIRANO: Cent'anni o un minuto - non so quanto è durata la mia
caduta!... Ero in una palla color zafferano.
DE GUICHE (alzando le spalle): Va bene. Ora lasciatemi passare!
CIRANO (fermandolo): Dove sono? Ditemi la verità, signore. Dov'è che
sono finito come una meteora?
DE GUICHE: Uffa!...
CIRANO: Abbiate pazienza - cadendo dalla luna non ho potuto scegliere
il punto d'atterraggio, e ora non so dove mi trovo. Da che parte mi
avrà portato il peso del mio culo, su un'altra luna o su una terra?
DE GUICHE: Ma vi sto dicendo, signore...
CIRANO (con un grido di terrore, che fa indietreggiare de Guiche):
Oddìo!... In questo paese la gente ha il viso nero!
DE GUICHE (portandosi una mano al viso): Come?
CIRANO (con enfatico terrore): Sono caduto ad Algeri? Siete un
indigeno?...
DE GUICHE (toccandosi la maschera): E' una maschera!
CIRANO: Allora sono a Venezia o a Genova?
DE GUICHE (cercando di passare): Scusate, sono atteso da una signora.
CIRANO (completamente rassicurato): Allora sono a Parigi.
DE GUICHE (sorridendo suo malgrado): E' proprio pazzo!
CIRANO: Ah, ridete?
DE GUICHE: Sì, rido, ma voglio passare.
CIRANO (felice): Sono ricaduto a Parigi!
(Finalmente a suo agio, ridendo, spolverandosi, salutando). Scusatemi
- arrivo con l'ultimo tifone. Sono un po' sporco d'etere. Ho
viaggiato!
Ho ancora gli occhi pieni di polvere di stelle. Agli speroni m'è
rimasto impigliato qualche pelo di pianeta.
(Togliendosi qualcosa dalla giacca). Ecco, sulla mia giubba, un
capello di cometa!... (soffia per mandarlo via).
DE GUICHE (fuori di sé): Signore!...
(Cerca di passare, ma Cirano lo arresta stendendo la gamba per
mostrargli qualcosa).
CIRANO: Mi sono preso nel polpaccio un dente dell'Orsa Maggiore e,
sfiorando il Tridente, per evitare una delle sue tre punte, sono
caduto a sedere sulla Bilancia, che ora segna il mio peso tra le
stelle!
(Impedisce a de Guiche di passare afferrandolo per la giubba). Se poi
provate a stringermi il naso, ne verrà fuori latte.
DE GUICHE: Latte?!
CIRANO: Sì, della Via Lattea.
DE GUICHE: Oh, per l'inferno!
CIRANO: E' il cielo che mi manda!
(Incrociando le braccia). Non ci credereste, ma cadendo ho scoperto
che Sirio, la notte, si mette un turbante.
(Confidenziale) L'Orsa Minore è ancora troppo piccola per mordere.
(Ridendo) Nell'attraversare la Lira, ne ho spezzato una corda.
(Orgoglioso) Ma ora conto di raccontare tutto questo in un libro.
Userò come asterischi le stelle d'oro che, tra mille pericoli, sono
riuscito a catturare col mantello!
DE GUICHE: Insomma, io voglio...
CIRANO: Lasciatemi indovinare!
DE GUICHE: Signore, io...
CIRANO: Vorreste apprendere dalla mia viva voce com'è fatta la luna -
e se è abitata!
DE GUICHE (urla): Ma no! Io voglio...
CIRANO: Sapere come ci sono arrivato. Con una macchina di mia
invenzione.
DE GUICHE (scoraggiato): E' matto!
CIRANO: Non ho mica rifatto quello stupido aquilone di Regiomontano,
né il timido piccione di Archita!
DE GUICHE: Però, è istruito.
CIRANO: No, non ho imitato niente che sia già stato fatto!
(De Guiche è riuscito a passare e si dirige verso la porta di Rossana.
Cirano lo segue, pronto a bloccarlo). Ho inventato sei modi di violare
l'azzurro vergine del cielo!
DE GUICHE (voltandosi): Sei?
CIRANO: Potrei mettermi nudo e cospargere il mio corpo di fiale di
cristallo piene di rugiada, poi espormi al sole e farmi aspirare in
cielo coi vapori del mattino.
DE GUICHE (interessato, fa un passo verso Cirano): Sì, questo è uno.
CIRANO (indietreggiando per tirarselo dietro): Poi potrei fare incetta
di vento, per prendere lo slancio, rarefacendo l'aria in un
contenitore di cedro mediante specchi ardenti disposti a icosaèdro!
DE GUICHE (fa un altro passo avanti): E due!
CIRANO (arretrando ancora): Bene, potrei farmi scagliare nei prati blu
in cui pascolano le stelle dallo scatto d'acciaio di una cavalletta
meccanica sospinta da una carica esplosiva!
DE GUICHE (seguendolo senza sospetto e contando sulle dita): Tre!
CIRANO: E dato che il fumo tende a salire, potrei raccoglierne in una
sfera quanto mi basta per farmi sollevare!
DE GUICHE (come sopra, sempre più confuso): Quattro!
CIRANO: E dato poi che Febo, quando è giù di tono, ama succhiare il
midollo di bue... potrei cospargermene!
DE GUICHE (stupefatto): Cinque!
CIRANO (che, parlando, lo ha tratto fin dall'altro lato della scena):
Infine, dopo essermi steso su un disco di ferro, potrei prendere una
calamita e lanciarla in aria! E' un buon metodo: il ferro sale
attratto dalla calamita; si rilancia immediatamente in alto la
calamita, e così di seguito. Si può ascendere così all'infinito.
DE GUICHE: E sei! - Sei sistemi davvero eccellenti!... Ma voi,
signore, quale avete scelto?
CIRANO: Un settimo.
DE GUICHE: E quale?
CIRANO: Provate a indovinare.
DE GUICHE: Questa storia diventa interessante!
CIRANO (imitando il rumore delle onde con grandi gesti misteriosi):
Uhuuu!... Uhuuuh!...
DE GUICHE: Beh?
CIRANO: Avete indovinato?
DE GUICHE: No.
CIRANO: La marea!... Nell'ora in cui la luna attira l'onda, ho fatto
un bagno di mare e mi sono steso sulla sabbia. La testa è stata la
prima a sollevarsi, poiché i capelli raccolgono più acqua del resto
del corpo. Poi mi sono sollevato del tutto, trascinato sempre più in
alto, come un angelo. E salivo, salivo dolcemente, senza sforzo,
quando all'improvviso ho sentito un colpo!... e allora...
DE GUICHE (incuriosito, sedendosi): Allora?
CIRANO: Allora... (riprendendo la sua voce naturale) Il quarto d'ora è
passato, signore. Vi lascio libero. Il matrimonio è celebrato.
DE GUICHE (alzandosi di colpo): Ma... questa voce?
(Si apre la porta della casa. La luce illumina il viso di Cirano). E
questo naso!... Cirano?
CIRANO: Cirano. (Indica la porta). Si sono appena scambiati l'anello.
DE GUICHE: Chi?
(Si volta. Sulla porta sono apparsi Cristiano e Rossana che si tengono
per mano. Il cappuccino li segue sorridendo. Ragueneau tiene alta una
lampada. Chiude il corteo la governante, intontita, in vestaglia).
Cielo!
Nessun commento:
Posta un commento