sabato 9 maggio 2020

L'Unione Europea non è così male


Ogni anno dal 1985, il 9 maggio si celebra la “Giornata dell’Europa”, che ricorda la dichiarazione di Robert Schuman del 1950, attraverso la quale iniziò il processo di integrazione europea che portò all’Unione Europea di oggi.
Essendo un tema che mi interessa molto, spesso mi sono confrontata con i miei compagni e mi sono scontrata con molte opinioni contro l’UE, ho deciso, quindi, di scrivere per oggi un’Apologia dell’Unione Europea affinché comprendiate la mia opinione europeista affrontando le argomentazioni che maggiormente ho confutato in questi anni di permanenza in Italia.
  1. Il debito italiano è così alto per colpa dell’UE, perché non l’ha cancellato come fece con la Germania.
Accusare l’Unione Europea per il debito nazionale non ha senso, infatti, esso deriva dagli errori della politica economica intrapresa all’interno del Paese: tra il 2008 e il 2019 il debito è salito di più del 30% (2008: 106.2%; 2019: 134.8%); un aumento così significativo costringe a mettere da parte gran parte del reddito nazionale per pagare gli interessi sul debito, anziché usarlo, come si dovrebbe fare, per lo sviluppo. Si crea quindi un ciclo vizioso, in cui l’Italia è sempre più indebitata e non riesce a svilupparsi per creare più reddito. Riguardo il debito cancellato alla Germania nel Patto di Londra del 1953, esso non aveva niente a che fare con una politica economica sbagliata, ma era derivato dai prestiti fatti per ricostruire l’industria di una nazione distrutta dalla guerra. Inoltre, il debito cancellato era molto più basso rispetto al PIL (Prodotto Interno Lordo) della Germania (12,4%). Ciò che mi stupisce maggiormente è il paragone tre la situazione attuale dell’Italia e quella della Germania appena uscita dalla guerra: sono passati 75 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, ma da tali motivazioni sembra che l’Italia stia uscendo adesso dalle distruzioni della guerra. Vorrei anche aggiungere che l’Italia nel 1948 ricevette dagli USA, in virtù del Piano Marshall 1.204 milioni di dollari (equivalenti oggi a 13 miliardi di dollari) e ha dovuto pagare risarcimenti pari a 360 milioni di dollari (equivale a 4 miliardi di dollari odierni). Gli USA hanno quindi dato circa 9 miliardi di dollari all’Italia affinché potesse riprendersi dalla guerra. In conclusione, l'Unione Europea, o altre organizzazioni internazionali, non sono responsabile per il debito nazionale italiano, ma è l’Italia stessa ad averlo causato attraverso una politica economica sbagliata.
  1. L’Unione Europea non aiuta l’Italia.
Questa seconda argomentazione contro l’UE è riemersa durante questa emergenza del Covid-19. In vista dei danni provocati all’economia italiana, la BCE (Banca Centrale Europea) ha comprato nella prima metà di marzo 12 miliardi di titoli italiani, ciò significa che la Banca Centrale Europea ha “prestato soldi” all’Italia per sopravvivere a questa crisi. In più la Commissione Europea ha facilitato l’accesso a circa 8 miliardi di euro del FESR (Fondo Europeo Sviluppo Regionale) e del FSE (Fondo Sociale Europeo) riducendo i requisiti necessari e diminuendo le limitazioni delle destinazioni d’uso degli stessi. Negli anni precedenti, infatti, l’Italia non spese tutti i soldi messi a disposizione da questi fondi, come è emerso anche dalle discussioni successive al crollo del Ponte Morandi a Genova, infatti, la capacità complessiva di assorbimento delle risorse di questi fondi nel 2019 si è fermata al 28,53%, tra i più bassi dell’intera Unione. In totale negli anni 2014-2020, solo il 57% delle risorse finanziarie FESR e FSE è stato programmato (Monitoraggio Politiche di Coesione). Questo significa che nel 2020 l’Italia dovrebbe programmare il restante 43% delle risorse, ciò dimostra un ritardo significativo dello sfruttamento delle risorse dei fondi europei da parte dell’Italia. Non ci si può meravigliare, quindi, che gli altri Stati membri siano riluttanti nel fare ulteriori prestiti all’Italia, perché essa ha dimostrato negli ultimi anni di non essere in grado di disporre/gestire i soldi messi a sua disposizione.
L’area grigia, secondo le stime del 2012, rappresentava il 27% dell’economia globale italiana e causava perdite per il bilancio nazionale due volte superiori del deficit italiano. Se nel 2012 l’area grigia fosse stata diminuita del 50% ciò avrebbe permesso di equilibrare il bilancio dello Stato, ergo il debito pubblico non sarebbe cresciuto.
La mia domanda: Perché l’Italia rispetto alla media della Zona Euro, negli ultimi 20 anni ha perso circa 15% della sua capacità industriale, mentre gli altri Stati Membri hanno aumentato la stessa del 15%, creando un divario ancora maggiore?

Perché si cerca di dare la colpa altrove e non dentro il proprio sistema per provare a correggere gli errori della politica nazionale?
Secondo me sarebbe preferibile dipendere dalle proprie risorse che dalla solidarietà degli altri.
Emilia Tombińska
Sitografia di riferimento:




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