venerdì 1 maggio 2020

Primo Maggio




Il primo Maggio 1866 lo stato dell’Illinois promulgò la prima legge al mondo che garantisse un massimo di otto ore lavorative giornaliere. Il  primo maggio 1867 tale legge entrò in vigore, accolta da una manifestazione di migliaia di operai. Nel 1889 la Seconda Internazionale istituì  definitivamente il primo maggio come Festa Internazionale dei lavoratori. Rispetto al natale , alla Pasqua, o persino ad Halloween la festa che celebriamo oggi è di recente creazione.
E per questo, come d'altronde l’ancora più giovane venticinque aprile,  viene spesso additata come “divisiva, di parte”. Senza dubbio essa storicamente  ha trovato maggiore forza e successo nella tradizione socialista, comunista e anarchica. Banalmente perché queste culture filosofico-politiche si sono sempre concentrate maggiormente sul problema sociale scaturito dall'industrializzazione, problema che si sono proposte di risolvere in varie modalità, condivisibili o meno. Eppure ciò non significa che questa sia una festa di parte. Nel 1955 Pio XII stabilì che il primo maggio fosse celebrato San Giuseppe Lavoratore. Le stesse contrattazioni che portarono alla famosa legge del 1867 non furono dirette da componenti radicali, ma da moderati repubblicani (i “Knights of labor”). Insomma, nonostante la poco sorprendente predominanza storica della “parte” laica e socialista, non ci sono motivi per considerare il primo maggio una festa esclusivamente “di sinistra”. Oggi è la festa di chiunque creda che il lavoro sia una cosa da rispettare, da onorare. Oggi è la festa di chiunque creda che il lavoro sia tale, e non sia solo una nuova forma di schiavitù, più subdola e meschina, solo se la persona viene tutelata, difesa e salvaguardata. Oggi ricordiamo i morti delle lotte sindacali. Le folle trucidate. Oggi ricordiamo i fatti del biennio rosso. I fascisti nelle fabbriche. Il diritto allo sciopero negato. Oggi ricordiamo i morti di Reggio Emilia, i morti di amianto, i morti dell'ILVA. Oggi ricordiamo che nuove forme di sfruttamento stanno sorgendo nel mondo occidentale, oltre a quelle che persistono. Oggi ricordiamo i precari a vita, i disoccupati, le partite IVA, gli stagisti. Oggi ricordiamo tutti i giovani che devono lasciare la propria terra, il proprio paese, per trovare un impiego. Oggi ricordiamo che 150 milioni di bambini lavorano nelle condizioni più  inumane. Oggi ricordiamo che le lotte sociali non sono una cosa del passato. Che l’oppressione esiste ancora, che i profittatori esistono ancora. Oggi ricordiamo che aspirare a migliori condizioni di lavoro, ad una vita migliore, è un diritto. Un diritto che oggi dobbiamo celebrare. Perché oggi è il primo maggio.

Tancredi Bendicenti

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