mercoledì 8 luglio 2020

Il trionfo dell’edonismo: Just-Eat, Amazon e Netflix


Per quanto riguarda il punto I) Just Eat e Amazon hanno un funzionamento identico: tramite una sequenza di click su un dispositivo connesso ad internet, spesso uno smartphone, si supplisce al mancato contatto con un cameriere al ristorante o con un commesso in negozio. Certo, avviene talvolta un fugace scambio con il corriere, o con il “rider”, eppure ciò non è paragonabile alla relazione che si instaura tra un cliente abituale ed un negoziante, quella relazione che porta il primo a rendersi conto di non stare parlando con un oggetto, ma con una persona che lavora, che vive, che torna a casa. Ed i prodromi di questo processo di disumanizzazione, oramai quasi compiuto, già si erano visti con la nascita degli ipermercati e dei grandi centri commerciali, che hanno sostituito i commercianti di quartiere e gli artigiani. Questa trasformazione, per lo più impercettibile alla mia generazione, contiene i sintomi della progressiva inversione di ruoli tra macchina e uomo. A tal proposito è consigliabile la visione del film di Ken Loach “Sorry we missed you”. Il punto II) è, se possibile, ancora più chiaro: ciò che una volta si faceva in negozio o al ristorante, spesso con amici o parenti, ora si fa a casa, al computer, per lo più soli. L’esperienza comune del pasto o dello shopping perde il valore aggiunto della socialità, ed il servirsi di un bene in virtù della parvenza di comunità ad esso annessa, diviene un servirsi di un bene in virtù di sé stesso. La grande vittoria della società dei consumi è infatti il definitivo sostituirsi dei consumi alla società. 
Il caso di Netflix è analogo nei risultati. Se pensiamo a com’era la TV un tempo, specialmente le serie TV, ci rendiamo conto del cambiamento radicale che le moderne piattaforme di streaming hanno operato. Gli episodi che una volta venivano trasmessi settimanalmente ad un preciso orario, solitamente serale, sono ora pubblicati in blocco, come una sorta di film di dieci o più ore, ad uso e consumo dello spettatore. Neanche il televisore è più necessario. L’intrattenimento è diventato più comodo ed accessibile? Certo. Eppure, contemporaneamente ha anch’esso perso buona parte della sua dimensione sociale. Il ché non significa che Netflix non si veda in compagnia, o che la Tv di qualche anno fa fosse sempre vista in gruppo, ma che sicuramente lo streaming abbia molto favorito la tendenza di fare del tempo libero un momento sempre più spesso privato. Lo stesso discorso si può e si deve fare ovviamente anche per Just-Eat ed Amazon. 
La riflessione che è ora opportuno introdurre riguarda il concetto di edonismo. L’edonismo, insieme al relativismo, è il canone del nostro tempo. Se il secondo definisce la concezione teoretica dell’uomo tipo del ventunesimo secolo, il primo ne definisce la concezione morale. Agiamo esclusivamente in virtù di ciò che consideriamo piacevole. E i tre esempi sopracitati non fanno che acuire tale tendenza. La progressiva rimozione della socialità dallo “spare time” ne è un sintomo lampante. Siamo dominati da un sempre più marcato ripiegamento su noi stessi, e su ciò che ci fa rilasciare endorfine. Da una sempre minore concentrazione su ciò che è giusto. Questa è la religione del nostro tempo.

Tancredi Bendicenti

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