Lo scorso 18 settembre, dopo quattro giorni di didattica in presenza, si è registrato un caso di positività in una classe del liceo scientifico. La notizia si è diffusa molto velocemente tra le chat degli alunni e, dopo qualche ora di attesa, arriva il verdetto: tutte le classi del liceo classico e scientifico, avrebbero svolto le lezioni fino al primo ottobre in DDI. La decisione è stata presa per salvaguardare la salute degli studenti.
Questa notizia ha suscitato scalpore sia all'interno degli ambienti scolastici che all'esterno; diverse testate giornalistiche hanno riportato il titolo: “Coronavirus, chiude liceo dei vip a Piazza di Spagna” senza riportare, all'interno dell’articolo, alcuna informazione in più rispetto a ciò che il lettore avrebbe potuto supporre dal titolo. Questo però non fa giustizia a come realmente la scuola ha gestito questa “crisi”, una gestione rapida e immediata che vorrei velocemente analizzare:
alle ore 19:30 arriva la comunicazione sul registro elettronico, il liceo andrà in DDI fino al primo ottobre, nei giorni precedenti già i professori e gli studenti avevano completato l'accesso alle classi di Google Classroom, utili per la distribuzione di materiale didattico e consegna dei compiti assegnati.
Nelle due ore successive tutti i prof si sono mobilitati e hanno indicato sul registro elettronico i link per accedere alle stanze di Cisco Webex, nelle quali, la mattina successiva avrebbero svolto le video-lezioni.
Questo meccanismo è stato il perfezionamento di quanto avvenuto durante i mesi del lockdown ed è stato rimesso in funzione nell'arco di pochissime ore. Questo sfata qualunque idea di una scuola impreparata nella prospettiva di un ritorno a casa, dimostrando come l’insegnamento nella nostra scuola non si sia mai fermato.
Personalmente credo che il nuovo tipo di didattica che noi studenti stiamo sperimentando sia solo un primo passo verso quella che sarà una nuova scuola, nella quale professori e studenti dipenderanno esclusivamente dalla capacità e dalla passione per l'insegnamento e l'apprendimento.
Giuseppe Cirimele
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