Una raccolta di brevi recensioni dei libri che hanno accompagnato la mia estate e quella di alcuni miei amici.
LA MISURA DEL TEMPO, Gianrico Carofiglio
Candidato finalista al Premio Strega 2020, è un libro che parla di solitudini che si intrecciano e di destini che non possono fare a meno di incontrarsi.
Quando l'avvocato Guerrieri si ritrova a difendere il figlio dell'enigmatica Lorenza, accusato di un omicidio che sostiene di non aver commesso, viene assalito dai ricordi sfocati di una relazione avvolta nel mistero e che sembrava fosse ormai sepolta nel passato. Una riflessione sulla fugacità della vita e sulla forza erosiva del tempo.IL COLIBRÌ, Sandro Veronesi
Vincitore del Premio Strega 2020, “Il Colibrì” di Sandro Veronesi è certamente un libro che merita attenzione.
Il colibrì è tra gli uccelli più piccoli al mondo; ha la capacità di rimanere quasi immobile, a mezz'aria, grazie a un frenetico e rapidissimo battito alare e il protagonista di questo romanzo si comporta esattamente nello stesso modo. La sua vita subisce vari cambiamenti negli anni e lui fa di tutto per rimanere in equilibrio. La sua storia viene raccontata attraverso lettere, email, narrazione, diversi punti di vista e risulta veramente comprensibile solo alla fine del romanzo. Si arricchisce poi di vari riferimenti a grandi classici della letteratura e non solo, fino ad arrivare a quello che, personalmente, è un finale del tutto inaspettato.
LUISA E IL SILENZIO, Claudio Piersanti
Luisa ha sessant'anni e ha vissuto una gioventù colma di esperienze ed avventure. L'autore delinea così un personaggio avvolto in una nube di mistero, annoiato dalla futile quotidianità nella quale si sente costretta.
Quasi un romanzo di formazione, che riesce ad appassionare il lettore attraverso la storia di una donna intrappolata in un passato corrosivo e travagliato.
LA CANZONE DI ACHILLE, Madeline Miller
Un romanzo avvolto da un alone classicheggiante che dipinge la nascita del sentimento che lega Achille e Patroclo in un amore proibito. Una storia struggente, che si allontana dalla vicenda canonica delineando i due personaggi con un'accuratezza ed una passione struggenti.
DICERIA DELL'UNTORE, Gesualdo Bufalino
Il libro narra infatti le due grandi disgrazie con le quali l'autore ha dovuto fare i conti durante la sua vita quali la seconda guerra mondiale e la tubercolosi.
Il pensiero ricorrente/ridondante della malattia è cio'che inizialmente attanaglia più il protagonista.
Uno degli elementi simbolici di questo libro è sicuramente il significato metaforico che l'aurore attribusice all'Agave, una pianta grassa di origine tropicale che fiorisce nell'arco di tempo dei dieci e cinquant'anni.
Tuttavia, il fusto della pianta non riesce a sorreggere a lungo i fiori che, risultando sproporzionati nel complesso, portano la pianta ad una morte prematura.
L'autore utilizza quindi la fioritura dell'agave come un momento tanto atteso quanto scongiurato poiché, nel momento in cui il fiore inizia svilupparsi la pianta è prossima alla morte e così la guarigione e il ritorno alla vita che generalmente rappresenterebbero una benedizione nonchè una rinascita, nel libro diventano nient'altro che un'ulteriore condanna ad una vita di sofferenze, ricordi e paure.
Daria Vescovi
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