Mi devo ancora abituare alle strade già vuote alle sei di sera, quando la gente è già a casa a cenare. Ad una città tranquilla, che non ti prende tutte le energie, anzi, ti ricarica. Mi devo ancora abituare ai professori che chiamo per nome e mi devo ancora riprendere da quanto è stato difficile trasferirmi, comprare i mobili, montarli, pulire e sistemare tutto. In compenso, mi sono già innamorata della mia nuova vita.
Se c’è una cosa di cui sono infinitamente grata è avere la possibilità di vivere completamente sola. Non ho mai avuto modo di entrare così profondamente in contatto con me stessa, di prendermi cura di me e conoscermi come sto facendo ora. So che non tutti amano passare tanto tempo soli con sé stessi, ma io sono qui da due mesi e mezzo e mi sono sentita sola soltanto una volta. Se ci penso bene è come un viaggio alla scoperta dell’ignoto. Cosa compri al supermercato se devi nutrire solo te stesso? Quanto tempo passerà prima che pulirai di nuovo il pavimento o il bagno? Come impiegherai il tuo tempo se è interamente a tua disposizione? L’unico lato che a volte ritengo negativo è che nessuno ti controlla. Se rimango a guardare Netflix fino alle tre del mattino durante la settimana, posso farlo. Se la mattina dopo spengo la sveglia, mi rimetto a dormire e mi collego in ritardo alla lezione online, nessuno mi dice nulla. Si ha veramente la sensazione che ogni cosa accada solo perché sei tu a scegliere che accada, forse è così che ci si sente quando si impara a riconoscere il peso delle proprie responsabilità. Un’altra difficoltà all’inizio è stata capire come prendere appunti e ricordarmi tutte le cose che devo leggere, ma alla fine mi sono abituata anche a quello. Un po’ meno al fatto che qui abbiamo il “pre reading” quindi tante letture prima delle lezioni e a lezione prevalentemente discutiamo le letture insieme ai professori. Rimanere indietro è un casino perché diventa impossibile seguire in classe. A volte mi chiedo come sia possibile che siano bastati un paio di mesi per cambiare così tanto le mie abitudini. Ho lezione quattro giorni a settimana, due volte comincio alle 10 e altre due alle 9. L’altro giorno ho messo almeno cinque sveglie sul telefono per riuscirmi a svegliare entro le 8. Non ci sono riuscita. Mi sono alzata alle 9. E veramente mi sembra inconcepibile che l’anno scorso mi svegliavo intorno alle 6:45 per andare a scuola.Iniziare l’università, nel mio caso all’estero, è un grande cambiamento. All’inizio l’unica cosa che cerchi è un nuovo punto di riferimento. Poi, trasferirsi nel bel mezzo di una pandemia rende tutto ancora più stressante. Sono due mesi che mi sento in colpa se incontro persone della mia età perché poi non posso andare a trovare i miei nonni. Trovo ironico che per 18 anni sono venuta dall’Italia per andarli a trovare e ora che sono qui non posso. Comunque, se ti stai chiedendo cosa si prova ad entrare nel mondo universitario posso solo dirti com’è per me: una ricerca costante dell’equilibrio tra libertà e responsabilità. Se ti stai chiedendo com’è iniziarla all’estero, ho finalmente una risposta per tutte quelle persone che mi hanno sempre chiesto il perché della mia scelta: non sono qui perché le università sono migliori rispetto all’Italia, anzi. Sono qui perché le opportunità che vengono offerte agli studenti, oltre allo studio, sono incredibili. Non solo, qui le attività extracurricolari sono centrali quanto il percorso di studi, che tu scelga di fare un corso di danza, iniziare la tua propria start-up con altri studenti, un corso di fotografia, un qualsiasi sport. Inoltre, ogni facoltà ha un’associazione studentesca che organizza tutta una serie di attività che hanno ben poco a che fare con lo studio. Prima di venire qui non mi ero mai resa conto del valore di tutte queste esperienze che vanno al di là del solo ambito accademico e formano una persona a 360 gradi (e possibilmente senza stressarla troppo).
Per ora è tutto dalla vostra italo-olandese appena
trasferitasi in Olanda per studiare Philosophy, Politics and Economics. Sul
blog, noi ex studenti continueremo a pubblicare alcune delle nostre esperienze
universitarie, sia all’estero che in Italia. Fateci sapere che ne pensate!
Liliana Gaddi
Nessun commento:
Posta un commento