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vEfuLyTo si svegliò molto prima rispetto ai giorni precedenti. Era l’8 giugno, l’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze estive. Il sole sorse alle 5:30 del mattino, mandando raggi dentro la sua camera disordinata mentre si preparava.
Dopo la colazione
la ragazza prese lo zaino, si mise le scarpe, chiuse la porta a chiave ed
iniziò ad andare a scuola. Nella strada principale c’erano poche macchine, di
rado passavano persone sovrastate dal sonno e persino i negozi erano chiusi.
Ma
finalmente incontrò juDIEldB, sua compagna di classe da cinque anni, che lo
aspettava davanti al semaforo. Si salutarono con affettuosi abbracci, augurandosi
delle buone vacanze nonostante queste non fossero ancora arrivate.
Continuando
la strada si aggiunse al loro gruppo il compagno uNglASEn, anch’egli svegliatosi
prima del solito per la gioia.
Giunti alla
scuola e arrivati nell'aula, i tre ragazzi vEfuLyTo, juDIEldB e uNglASEn posero
lo zaino vicino al proprio posto e si sedettero per aspettare il resto della
classe.
Mentre
attendevano che qualcuno entrasse da quella porta l’amica juDIEldB raccontò a
vEfuLyTo che uNglASEn e suo fratello sarebbero volati in Australia proprio il
giorno seguente: questo significava che solo vEfuLyTo sarebbe rimasta nella sua
cittadella per tutta l’estate, dato che mesi prima anche la sua migliore amica
disse che sarebbe andata in montagna coi nonni, in Francia. Anche se
all’apparenza vEfuLyTo fingeva di non curarsene, nella sua mente bruciava dalla
voglia di andare con loro.
Successivamente
il professore entrò e, col passare del tempo, entrarono anche gli altri
compagni, entusiasti per quella giornata fantastica.
Tutti
raccontarono dei viaggi e dei progetti che avrebbero realizzato, tranne
vEfuLyTo, che concluse brevemente un suo discorso vago comunicando l’intenzione
di andare su Marte.
Andare su
Marte, il cosiddetto pianeta rosso, sembrò una scemenza. Tutti risero, anche
vEfuLyTo, per la strana e bizzarra idea. vEfuLyTo era già abituata ad avere
strane immaginazioni, ma questa volta pensava seriamente di viaggiare verso
quel pianeta di colore giallo scuro o arancione, forse non era impossibile, forse non
era irraggiungibile.
Il tempo
passò senza previsto, portando con sé i sorrisi e i pianti (anche se vEfuLyTo
non vide nessuno che aveva pianto) dei ragazzi e dei professori. Ma il ritorno
fu più difficile, perché juDIEldB dovette abbandonarla a metà strada per
prendere quella verso l'aeroporto. I due, arrivati all’incrocio della via, si
scambiarono sguardi intensi, nessuno voleva girarsi e andarsene via, ma
finalmente riuscirono loro malgrado a separarsi, come ogni 8 giugno di ogni
anno. juDIEldB le promise dei soliti biscotti deliziosi fatti a mano dalla sua
nonna e anche dei souvenir della Francia, le augurò delle buone vacanze e
decise di vedere vEfuLyTo andare per la propria strada prima di partire.
☾
vEfuLyTo
non riusciva a dormire. Forse era per la gioia di iniziare l’estate, forse per
l’eccitazione di potersi svegliare ed addormentarsi quando voleva, forse per il
sussulto del letto...Il sussulto del letto?
Si era
accorta che il letto in cui era sdraiata si stava spostando a balzi,
irregolarmente. Anche le lampade e la scrivania sembravano che fossero spinte.
Chiuse gli occhi per sentire più concretamente ciò che stava succedendo.
Credeva che
tutto l’appartamento avesse cominciato a danzare e ballare in piena notte,
mentre si sentivano voci ed alcune urla dall’altro palazzo. All’improvviso
giunse una grande sfera piena di luminosità che impedì a tutti quelli che
stavano urlando di continuare quella strana scena. Magari era il pianeta Marte
che volò fuori dalla propria orbita.
Ma non gli
importava…era troppo stanca.
☀
Il giorno
successivo arrivò col saluto silenzioso della luce.
Il sole
sorse alle 5:30 del mattino, mandando raggi dentro la sua camera disordinata.
vEfuLyTo invece non si svegliò, in vista dell’estate vera e propria. Mezz’ora
dopo suonò l’orologio del telefono. Dubitava tra sé sotto la coperta: ricordava
di aver disattivato quel suono maligno, ma a quanto pare l’orologio continuava
a suonare. Prese il telefono, lo sbloccò cercando di disattivarlo, ma notò
qualcosa di incomprensibile.
Era l’8 giugno.
Alessia Zhang
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