martedì 13 ottobre 2020

Verso Marte

 



vEfuLyTo si svegliò molto prima rispetto ai giorni precedenti. Era l’8 giugno, l’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze estive. Il sole sorse alle 5:30 del mattino, mandando raggi dentro la sua camera disordinata mentre si preparava.

Dopo la colazione la ragazza prese lo zaino, si mise le scarpe, chiuse la porta a chiave ed iniziò ad andare a scuola. Nella strada principale c’erano poche macchine, di rado passavano persone sovrastate dal sonno e persino i negozi erano chiusi.

Ma finalmente incontrò juDIEldB, sua compagna di classe da cinque anni, che lo aspettava davanti al semaforo. Si salutarono con affettuosi abbracci, augurandosi delle buone vacanze nonostante queste non fossero ancora arrivate.

Continuando la strada si aggiunse al loro gruppo il compagno uNglASEn, anch’egli svegliatosi prima del solito per la gioia.

 

Giunti alla scuola e arrivati nell'aula, i tre ragazzi vEfuLyTo, juDIEldB e uNglASEn posero lo zaino vicino al proprio posto e si sedettero per aspettare il resto della classe.

Mentre attendevano che qualcuno entrasse da quella porta l’amica juDIEldB raccontò a vEfuLyTo che uNglASEn e suo fratello sarebbero volati in Australia proprio il giorno seguente: questo significava che solo vEfuLyTo sarebbe rimasta nella sua cittadella per tutta l’estate, dato che mesi prima anche la sua migliore amica disse che sarebbe andata in montagna coi nonni, in Francia. Anche se all’apparenza vEfuLyTo fingeva di non curarsene, nella sua mente bruciava dalla voglia di andare con loro.

Successivamente il professore entrò e, col passare del tempo, entrarono anche gli altri compagni, entusiasti per quella giornata fantastica.

Tutti raccontarono dei viaggi e dei progetti che avrebbero realizzato, tranne vEfuLyTo, che concluse brevemente un suo discorso vago comunicando l’intenzione di andare su Marte.

 

Andare su Marte, il cosiddetto pianeta rosso, sembrò una scemenza. Tutti risero, anche vEfuLyTo, per la strana e bizzarra idea. vEfuLyTo era già abituata ad avere strane immaginazioni, ma questa volta pensava seriamente di viaggiare verso quel pianeta di colore giallo scuro o arancione, forse non era impossibile, forse non era irraggiungibile.

 

Il tempo passò senza previsto, portando con sé i sorrisi e i pianti (anche se vEfuLyTo non vide nessuno che aveva pianto) dei ragazzi e dei professori. Ma il ritorno fu più difficile, perché juDIEldB dovette abbandonarla a metà strada per prendere quella verso l'aeroporto. I due, arrivati all’incrocio della via, si scambiarono sguardi intensi, nessuno voleva girarsi e andarsene via, ma finalmente riuscirono loro malgrado a separarsi, come ogni 8 giugno di ogni anno. juDIEldB le promise dei soliti biscotti deliziosi fatti a mano dalla sua nonna e anche dei souvenir della Francia, le augurò delle buone vacanze e decise di vedere vEfuLyTo andare per la propria strada prima di partire.

 

vEfuLyTo non riusciva a dormire. Forse era per la gioia di iniziare l’estate, forse per l’eccitazione di potersi svegliare ed addormentarsi quando voleva, forse per il sussulto del letto...Il sussulto del letto?

Si era accorta che il letto in cui era sdraiata si stava spostando a balzi, irregolarmente. Anche le lampade e la scrivania sembravano che fossero spinte. Chiuse gli occhi per sentire più concretamente ciò che stava succedendo.

Credeva che tutto l’appartamento avesse cominciato a danzare e ballare in piena notte, mentre si sentivano voci ed alcune urla dall’altro palazzo. All’improvviso giunse una grande sfera piena di luminosità che impedì a tutti quelli che stavano urlando di continuare quella strana scena. Magari era il pianeta Marte che volò fuori dalla propria orbita.

Ma non gli importava…era troppo stanca.

  

Il giorno successivo arrivò col saluto silenzioso della luce.

Il sole sorse alle 5:30 del mattino, mandando raggi dentro la sua camera disordinata. vEfuLyTo invece non si svegliò, in vista dell’estate vera e propria. Mezz’ora dopo suonò l’orologio del telefono. Dubitava tra sé sotto la coperta: ricordava di aver disattivato quel suono maligno, ma a quanto pare l’orologio continuava a suonare. Prese il telefono, lo sbloccò cercando di disattivarlo, ma notò qualcosa di incomprensibile.

 

Era l’8 giugno.

Alessia Zhang

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