Seguendo la pseudo-linea musicale e trash iniziate nei
recenti articoli, mi è stato affidato l’onere di affrontare un pezzo del tutto
nuovo, antiestablishment, e rivoluzionario, abbassando ulteriormente la qualità
dei soggetti musicali rispetto a quelli già trattati.
Il pezzo di cui mi hanno obbligato a scrivere è "Non c’è n’è" (e no, non sono illetterato) di Noseal, Niklaus, Johnny F. con la triste e immancabile partecipazione di Angela Chianello (da Mondello).
Sebbene Angela sia diventata il macabro emblema di una
Italia di negazionismi pigri, gli altri artisti e veri producer del pezzo
risuonano al mio cervello come qualsiasi trito pezzotto di cui mi ricordi.
Mentre in pezzi Ultra-Pop come "può accompagnare
solo" o "saluta Andonio" la naturale voglia di soldi si
conciliava con autoironia e goliardia, in questo capolavoro lo schifo fa da
padrone assoluto.
Io per primo adoro il trash, amo questo paese per essere una
fonte inesauribile di gaffe, strafalcioni e fenomeni circensi che trovano il
loro nido nella nostra vita attraverso la televisione e altri media.
Adoro guardarmi video di poche decine di secondi dove Luca
Giurato ipotizza nuovi tempi verbali o dove tronisti o tentatori vendono la
propria dignità.
È un riflesso naturale, più forte di me, è quasi un fatto identitario e patriottico.
Nel caso dell’opera sopracitata tuttavia non c’è n’è
(pardon) né di bello né di brutto: è un’immondizia musicale, per citare
Battiato.
Bisogna però capire come possa nascere una cosa di simile
lerciume, dal suo periodo di gestazione fino alla sua prematura morte.
Ovviamente prima di tutto c’è stato l’interesse popolare nato direttamente
dalla carissima Angela e dopo ciò, la banda bassotti del panorama musicale si
sarà fatta avanti promettendo un compenso.
Per poi scegliere una base prevedibile, con strumenti
prevedibili, aggiungerci un video prevedibile, con dentro ragazze in
canottiera, occhiali schermati e balletti prevedibili.
L’analfabetismo funzionale, già pienamente espresso dal
titolo, si ripresenta come un tuono a ogni parola.
Il messaggio è chiaramente di stampo
nichilista/pessimista-cosmico, un tema platealmente rappresentato nelle tristi
righe del ritornello di Angela: non c’è n’è, non c’è n’è, non c’è n’è, non c’è
niente. Parole dure espresse tramite una modificazione delle capacità canore
della povera cavia oltre l’umano.
Tutte queste cose sono ormai un cliché, una costante nella
produzione acchiappa soldi che circola ora, ma cosa rende questa schifezza
unica e inimitabile?
Le cose sono due: la prima è la percezione per lo più
negativa del pezzo che ora ammonta a 107k dislike sul canale ufficiale della
VUCCIRÌA MUSIC causata ovviamente sia dal tema di pessimo gusto trattato sia
dall’effettiva schifezza della canzone.
La seconda e personalmente la più importante è il finale.
Nell’epilogo, il tono sciamanico, carnevalesco, goliardico
della canzone si tace e viene sostituito da una profonda critica
all’istituzione tutt’oggi governante.
Questa critica è già preannunciata ai versi qui sotto riportati:
Quando conta Conte? Qua nessuno conta
in questa Italia senza un’impronta
tutti rinchiusi come in galera
solo caos, solo bufera
Nello straordinario finale dell’opera infatti viene espressa la vera ragione di questa orrenda espressione artistica. Tutto, dai coriandoli al video ad Angela stessa era per mandare un messaggio di indignazione verso il governo e fratellanza verso i lavoratori, dimenticando ovviamente i morti per una malattia che “non c’è n’è”.
È una vergogna, indipendentemente da qualsivoglia
schieramento politico, mi ha fatto pensare a dei versi di Guccini, in Canzone
per Silvia (Baraldini), presi da un famoso slogan per i diritti civili:
“Sempre l’ignoranza fa paura, ed il silenzio è uguale a
morte”
Ora più che mai il silenzio è morte, e questi che lucrano e
si nascondono dietro scuse ridicole sono a loro modo pericolosi.
Angela è infatti stata chiamata con il suo agente in commissariato per il poco rispetto delle norme di sicurezza visto nel video.
In conclusione si tratta di una canzone, un video e una faccenda estremamente maleodoranti che spero ogni persona sul globo possa sperimentare per il semplice fatto di compatire tutti.
Sinceramente sono veramente triste, buona parte della musica
ormai fa veramente pena, è difficile trovare cose genuinamente belle e sta
diventando difficile persino trovare canzoni trash accettabili...mi manca
Bowie, per fortuna che Dylan e Guccini sono ancora vivi.
Livio Sacchetto
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