mercoledì 16 dicembre 2020

I vicoli, come le stelle di Roma

 


Vi siete mai chiesti qual è la principale attività di un turista?

La parola turista, dall’inglese tourist da tour ‘giro, viaggio’ è un termine che si riferisce ad una persona che viaggia in un luogo che non sia la sua città. Avete mai preso un aereo? Immagino di si. Ecco, nell’esatto momento in cui poggiate un piede al di fuori dell’aereo diventate automaticamente turisti. 

Perché quest’introduzione? Sono una studentessa di Roma, e frequentando una scuola in pieno centro, incontrare turisti è all’ordine del giorno. Ho notato che ciò che attira la loro attenzione, sono ovviamente, i luoghi storici e più conosciuti, come la Fontana di Trevi, il Pantheon, Piazza del Popolo, Piazza di Spagna, il Colosseo, e così via; però non ho mai visto un singolo turista vedere, anzi guardare con attenzione i vicoli più stretti e, come diciamo nel gergo della nostra generazione, "infrattati", quindi nascosti, isolati. Chissà perché, io li trovo così belli, sarà che per ognuno di noi hanno una storia. Ad esempio, c’è un vicoletto dietro scuola, parallelo a Via della Croce, dove è ormai tradizione incontrarsi dopo scuola, anche per un saluto.

 




Ci sono giorni in cui si resta lì per dieci minuti e altri anche per due, tre ore. Ricordo la prima volta che ci sono andata con un mio amico inglese; gli avevo promesso che l’avrei portato in giro per il centro di Roma e rimase sconvolto quando gli feci vedere questi vicoli, e le zone meno conosciute.

 Certo, Roma è una città eterna, e non metterei mai in discussione la sua bellezza e il suo spessore storico-culturale; questi posti sono come degli accessori, per renderla ancora più bella, un po’ come le stelle per la luna.

Per non parlare dei vicoli di Trastevere, quelli sono i più belli, tutti colorati, e con mille storie alle spalle. “Ragazzi quindi dopo? Trastevere?” 

Quante volte mi ci sono persa!

Il mio posto preferito però è in assoluto Piazza Antiwinston, chiamata così da noi ragazzi. In realtà non è altro che il parcheggio dell’accademia d’Egitto. Penso di averci passato alcuni dei momenti più belli e anche brutti della mia adolescenza. Ecco, quello lì è il mio posto del cuore.

 

 Vi assicuro che non sono l’unica a parlarne però, anche il grandissimo Lucio Dalla in "La sera dei Miracoli" racconta la nascita dell'Estate Romana. Scrisse questa canzone nella sua casa a Trastevere, appunto, in una notte d’estate all’inizio degli anni ’80.

"Avevo visto Roma incendiata da feste, da canti, da gente ubriaca bene. Davvero un momento di gioia collettiva." 

I versi scelti dal cantautore non sono casuali, prendiamo come esempio: "È la notte dei miracoli fai attenzione qualcuno nei vicoli di Roma ha scritto una canzone", proprio per segnalare ai turisti e agli stessi romani la sua casa.

Anche Ultimo, magari più noto ai più piccoli ha dedicato un’intera canzone a Roma. In "Poesia per Roma" si parla proprio della bellezza nascosta in questi luoghi, in queste piazzette, vicoli, anche una panchina.

"Ché Roma è Colosseo ma nun è solo quello
Roma è 'sta panchina rotta che dà sogni a quer pischello
[...]
Non è San Pietro, ma 'sta chiesa che sta a pezzi
La vera Roma sta nei vicoli, che te turista non apprezzi"

Rivolgendosi così direttamente ai turisti, invitandoli a visitare non solo i grandi monumenti, come appunto il Colosseo o San Pietro.

In fin dei conti, ogni città ha le sue particolarità, come ogni cosa d’altronde. Roma, la nostra Roma, bella e unica. Mi raccomando, la prossima volta che vi viene a trovare un parente, un amico, chiunque, portatelo anche in questi posti, e raccontategli la vostra storia!

Maddalena Sirimarco <3

 

 

 

 

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