È iniziata e finita in un mese e mezzo, un fulmine a ciel sereno che ha colpito il mondo durante la pandemia, questo è il modo migliore per descrivere la guerra
avvenuta tra settembre e novembre di quest’anno nel Nagorno-Karabakh, una regione dell’Azerbaijan di maggioranza armena e sotto controllo dal 1992 dall’auto-proclamata Repubblica dell’Artsakh, supportata dal governo armeno.Il conflitto terminerà il dieci di novembre dopo che, la sera prima, l’esercito dell’Azerbaijan abbatte un elicottero Russo in territorio armeno, affrettando quindi i negoziati. Il cessate il fuoco viene firmato alla mezzanotte di Mosca, con la Russia che si pone da paese mediatore, offrendo forze militari per il mantenimento della pace nella regione.
Termina così l’ennesimo conflitto della regione che, scuotendo il mondo per un ennesima volta, fa risuonare gli echi di guerra che si sperava aver lasciato nel passato.
Giuseppe Cirimele
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