Eccoci arrivati al traguardo di una estenuante maratona
Eppure quest’anno ci ha
mostrato una nuova faccia dell’umanità: l’unione. In soli 12 mesi, abbiamo
sviluppato un forte legame con tutti i cittadini del mondo: ci siamo riuniti
per pregare, omaggiare e dare forza a chi, durante i mesi di quarantena,
lavorava in prima linea; abbiamo protestato, chi da casa e chi in strada, per
dare una voce a chi l’aveva persa; abbiamo pianto la morte di personaggi che
consideravamo, ognuno a modo suo, “eroi” (Gigi Proietti, Armando Maradona,
Chadwick Boseman, Kobe Bryant, John Lewis, …); abbiamo pianto per la città di
Beirut; abbiamo donato per fermare gli incendi in Amazzonia, California e
Australia: abbiamo capito finalmente cosa significa considerare questo pianeta
casa nostra. È ovvio che davanti ci sia ancora tanta strada ed il percorso non
sarà semplice ma, per ora, non abbiamo smesso di sperare, sognare, cantare,
ballare: “la danza è vita”, ha scritto Stephen King, nel suo celebre romanzo
22.11.63; e noi non abbiamo ancora spento la musica. Continuiamo a vivere, ad
evolverci e ci stiamo avvicinando, ci stiamo stringendo: stiamo finalmente
creando un gruppo: noi tutti, umani. Uomini. Forse è questo che ci ha
finalmente distinto dagli altri animali: la capacità di unirci, e di combattere
insieme.
Forse questo 2020 non è
tutto da buttare via, forse le avversità ci hanno forgiato, forse abbiamo
finalmente iniziato a sognare veramente o forse ci ha solo reso più cinici, più
realisti; ma sicuramente non abbiamo smesso di sperare, come ha mostrato la
Google nel suo video di “addio al 2020” (https://www.youtube.com/watch?v=rokGy0huYEA)
Spero solo di non
scordarci cosa ci è stato insegnato quest’anno: mai dare niente per scontato,
goderci ogni secondo (perché le occasioni perse non tornano più) e non piangere
sul latte versato. Auguro a tutti un buon 2021, da parte mia e di tutta la
redazione.
Flavia Gatti
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