Ad un mese dalla scomparsa di fr. Domenico Durante vogliamo dedicare un pensiero a chi ha toccato i cuori di tutta la nostra comunità con semplicità e devozione. Lo facciamo tramite il ricordo di due dei nostri ragazzi: Giuseppe Cirimele e Tancredi Bendicenti.
Conobbi Frère Domenico nel mio primo anno di liceo, quando girovagando nel cortile venni bloccato da un Fratello poco più basso di me, la faccia non era nuovo data la normalità vedere i Frère in giro per l’istituto, ma fu la prima volta che ebbi l’occasione di parlare con Domenico, la prima domanda che mi fece (come credo fece a tutti noi) fu il mio nome, la cordialità però era ciò che mi aveva colpito, ero abituato a vedere i Frères come figure silenziose e riservate, volte solo alla gestione dell’istituto, ma vedere un Frère così diretto e amichevole verso uno studente mi lasciò sbalordito. Dopo aver avuto una breve conversazione con Domenico, tornai alla mia normalità scolastica, archiviando quella conversazione come un unicum del mio anno; il giorno dopo, arrivato in cortile, sentii una voce non tanto distante chiamarmi, era Domenico intento a salutarmi e a chiedermi semplicemente come stavo. Passarono settimane e mesi, ma il periodico saluto al Frère divenne come un rito giornaliero prima dell’inizio della giornata scolastica e il fatto che chiamasse ognuno per nome rendeva speciale il suo saluto, un saluto che però oggi è mancato, non solamente a me ma anche ad ognuno degli studenti, che attraverso un semplice gesto ricevevano tutto l’amore che una persona come lui potesse offrire. Anche se il Frère non è più fisicamente tra di noi la sua semplicità rimarrà per sempre nella scuola e nei cuori di chi lo ha conosciuto.
Giuseppe Cirimele
Il grande rischio delle statistiche, il grande rischio dei numeri, è che, talvolta, danno un'immagine falsata, incompleta, della realtà. Il 29 dicembre 2020, in Italia, sono state 659 le morti causate dal virus SARS-Cov-2. I volti dietro le cifre, le vite dentro l'inchiostro, o gli schermi, però, ci rimangono quasi sempre ignote. Eppure, quel 29 dicembre 2020, tra quei 659, c’era qualcuno che tutti noi conoscevamo: Fratel Domenico. Ricordo la prima volta che lo ho incontrato, ormai quasi cinque anni fa, ed a scuola non conoscevo ancora nessuno. Ricordo che mi guardava, che guardava tutti noi studenti, con uno sguardo che, in vita mia, ho visto solo negli occhi di mio nonno. Ricordo quando mi salutava durante la ricreazione, o al mattino. Ricordo quando ci faceva supplenza. Ricordo quando ha spiegato alla mia classe l'origine della parola "punico", ed il latino ci faceva ancora paura. Ricordo quando, più che settantenne, con un'energia ed una volontà che sarebbero state sorprendenti anche per la metà dei suoi anni, prendeva la metropolitana, ed andava a sfamare le bocche degli ultimi, nelle mense Caritas. Ricordo Fratel Domenico, lo ricordo bene, ed è un ricordo felice.
Avrei voluto salutarlo.
Parlo a nome di tutti, ne sono certo, nel dire: Frère, ci manchi, ci mancherai.
Tancredi Bendicenti
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