La risposta è no. Nel periodo che va dai quindici ai diciotto anni, a causa dei conflitti profondi sia esterni che interni (soprattutto con le figure dei genitori) in questo periodo gli adolescenti sono impegnati nella costruzione della loro identità personale e questo porta a forme di ribellione nei confronti delle regole e di ogni forma di autorità. L’obiettivo degli adolescenti è solo quello di giungere ad avere opinioni proprie, di voler sperimentare nei pensieri e nei comportamenti.
Molte persone pensano che la ribellione sia sempre negativa, ma in realtà non è così. Ci sono due tipi di ribellione: una sana ed una no. La ribellione è sana quando un adolescente cerca di capire i diversi ideali e li confronta con le proprie idee, a volte questo potrebbe portare a sfidare ciò che gli viene chiesto, altre volte le sfide potrebbero essere un semplice bisogno di ottenere un po’ di indipendenza. C’è anche, però, una ribellione malsana in questo caso possiamo notare che l'adolescente inizia a mostrare un comportamento improvvisamente oppositivo nei confronti dei genitori, o degli insegnanti; a volte si arrabbia per niente, rifiuta di obbedire e assume atteggiamenti maleducati. E solo quando sarà tornato tranquillo si potrà riprendere a parlare di tutto.
Secondo il mio parere, dal punto di vista di una studentessa, a volte i genitori pretendono un po’ troppo da noi, inoltre loro ci paragonano ai nostri compagni di classe: sempre migliori di noi.
Secondo me è utile un confronto con i nostri compagni ma non se dicono sempre le stesse cose! Questo provoca noia e voglia di agire al contrario rispetto i consigli dei genitori. Forse un ascolto più profondo da entrambe le parti migliorerebbe la situazione di genitori e figli.
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