sabato 30 gennaio 2021

Reithera: L’Italia sbarca nel mercato dei vaccini contro il Covid-19.



“È un accordo importante per ridurre la dipendenza del nostro Paese in un settore delicatissimo per la tutela della salute dei nostri cittadini”, lo afferma Domenico Arcuri, commissario straordinario per l’emergenza Covid-19.

È inevitabile ammettere con sdegno i ritardi e i tagli delle dosi da parte delle aziende Pfizer e AstraZeneca; ma in una situazione così complicata, entra in gioco Reithera, che grazie ad un maxi investimento da parte di Invitalia, società che fa capo al Ministero dello Sviluppo economico e delle Finanze, accelera il processo di sviluppo di un nuovo  vaccino contro il Covid-19.

Chi è Reithera

L’azienda, controllata al 100% dal gruppo Keires AG, fu fondata nel 2005 dai soci Stefano Colloca, Antonella Folgori, Riccardo Cortese e Alfredo Nicosia sotto il nome di “Okairos”. Da sempre, ha lavorato in questo settore, ha sviluppato vaccini contro l’Ebola, l’HIV, la malaria e la RSV. Nel 2014 il gruppo farmaceutico britannico GlaxoSmithKline ha rilevato il marchio Okairos e i suoi brevetti per la cifra di 214 milioni di euro. Da allora, il gruppo ha cambiato nome in Reithera, impiegando la cifra dell’acquisto per l’investimento in infrastrutture e in particolare in un’officina biofarmaceutica approvata da AIFA. Il gruppo in seguito ha continuato a sviluppare nuove piattaforme vaccinali fino a quando, nel luglio 2019, ha sviluppato e brevettato una tecnologia innovativa per la generazione di nuovi vaccini e ha sviluppato nuovi processi per terapie più avanzate.

Il vaccino

Reithera sta lavorando con dedizione e professionalità sin dall’inizio della pandemia. Stando a quanto affermato dall’azienda stessa, il vaccino italiano presenta un’importante novità, ovvero la sua capacità di conservazioni in ambienti la cui temperatura varia tra i 2 e gli 8 gradi centigradi, a differenza dei vaccini Pfizer e Biontech il cui trasporto richiede l’impiego di celle frigorifere speciali. In più, l’immunità si otterrebbe tramite una sola  dose, non sarà quindi necessario  effettuare il richiamo, oltre al fatto che, in una situazione limite in cui il virus muta  come è accaduto in Inghilterra, può essere adeguato in  poco tempo.

Grazie ad un contributo della Regione Lazio e una collaborazione con l’istituto Spallanzani, la Fase 1 è già terminata, lo studio inziale ha dimostrato la sicurezza del vaccino. A breve si inizierà con la Fase 2 con i test  sull’efficacia per arrivare all’ambita approvazione dell’Ema come anche quella dell’Agenzia  italiana del farmaco. Se tutto dovesse andar bene, si passerà alla Fase 3 in estate, per poi allegarsi anche all’estero, con il contributo di migliaia di volontari.

Secondo quanto affermato dal direttore dello Spallanzani Giuseppe Ippolito, le 100 vaccinazioni non hanno avuto alcun tipo di risvolto negativo grave al contrario di quanto accaduto sia a Pfizer che a Moderna, il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli ritiene i risultati delle vaccinazioni più che promettenti.

L’obiettivo prefissato è quello di arrivare entro la fine del 2021, quindi in tempi straordinariamente rapidi, ad ottenere le certificazioni delle Autorità di vigilanza europee per poi procedere con la produzione su larga scala, ambendo alla cifra di 100 milioni di dosi all’anno da distribuire sia in Italia che all’estero. Tutto ciò dovrebbe aiutare nel caso in cui Pfizer, Moderna e AstraZeneca dovessero ritardare nuovamente nella consegna dei vaccini, motivo per cui l’azienda  ha previsto di assumere 40 dipendenti a breve.

L’investimento

La cifra investita da parte di Invitalia è tutt’altro che irrisoria, si parla della somma di 81 milioni di euro, di cui 69,3 milioni volti  all’attività di Ricerca & Sviluppo per l’ambita validazione e conseguente produzione del vaccino. La restante quota, 11,7 milioni, sarà indirizzata all’ampliamento dello stabilimento di Castel Romano, luogo di produzione del vaccino.

Non sono da trascurare, inoltre, le agevolazione concesse in seguito agli aiuti di Stato che  ammontano a circa 49 milioni di euro, di cui 41,2 milioni al fondo perduto e 7,8 milioni di finanziamento agevolato.

A seguito di un aumento di capitale di Reithera, visto l’articolo 34 del Decreto-legge del 14 agosto 2020, Invitalia, grazie alla sua importante partecipazione, acquisirà il 30% del capitale della società.

Samuele Oliveti

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