“È un accordo importante per ridurre la dipendenza del nostro Paese in un settore delicatissimo per la tutela della salute dei nostri cittadini”, lo afferma Domenico Arcuri, commissario straordinario per l’emergenza Covid-19.
È inevitabile ammettere con sdegno i ritardi e i tagli delle
dosi da parte delle aziende Pfizer e AstraZeneca; ma in una situazione così
complicata, entra in gioco Reithera, che grazie ad un maxi investimento da
parte di Invitalia, società che fa capo al Ministero dello Sviluppo economico e
delle Finanze, accelera il processo di sviluppo di un nuovo vaccino contro il Covid-19.
Chi è Reithera
L’azienda, controllata al 100% dal gruppo Keires AG, fu
fondata nel 2005 dai soci Stefano Colloca, Antonella Folgori, Riccardo Cortese
e Alfredo Nicosia sotto il nome di “Okairos”. Da sempre, ha lavorato in questo
settore, ha sviluppato vaccini contro l’Ebola, l’HIV, la malaria e la RSV. Nel
2014 il gruppo farmaceutico britannico GlaxoSmithKline ha rilevato il marchio
Okairos e i suoi brevetti per la cifra di 214 milioni di euro. Da allora, il
gruppo ha cambiato nome in Reithera, impiegando la cifra dell’acquisto per
l’investimento in infrastrutture e in particolare in un’officina
biofarmaceutica approvata da AIFA. Il gruppo in seguito ha continuato a
sviluppare nuove piattaforme vaccinali fino a quando, nel luglio 2019, ha
sviluppato e brevettato una tecnologia innovativa per la generazione di nuovi
vaccini e ha sviluppato nuovi processi per terapie più avanzate.
Il vaccino
Reithera sta lavorando con dedizione e professionalità sin dall’inizio della pandemia. Stando a quanto affermato dall’azienda stessa, il vaccino italiano presenta un’importante novità, ovvero la sua capacità di conservazioni in ambienti la cui temperatura varia tra i 2 e gli 8 gradi centigradi, a differenza dei vaccini Pfizer e Biontech il cui trasporto richiede l’impiego di celle frigorifere speciali. In più, l’immunità si otterrebbe tramite una sola dose, non sarà quindi necessario effettuare il richiamo, oltre al fatto che, in una situazione limite in cui il virus muta come è accaduto in Inghilterra, può essere adeguato in poco tempo.
Grazie ad un contributo della Regione Lazio e una
collaborazione con l’istituto Spallanzani, la Fase 1 è già terminata, lo studio
inziale ha dimostrato la sicurezza del vaccino. A breve si inizierà con la Fase
2 con i test sull’efficacia per arrivare
all’ambita approvazione dell’Ema come anche quella dell’Agenzia italiana del farmaco. Se tutto dovesse andar
bene, si passerà alla Fase 3 in estate, per poi allegarsi anche all’estero, con
il contributo di migliaia di volontari.
Secondo quanto affermato dal direttore dello Spallanzani Giuseppe Ippolito, le 100 vaccinazioni non hanno avuto alcun tipo di risvolto negativo grave al contrario di quanto accaduto sia a Pfizer che a Moderna, il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli ritiene i risultati delle vaccinazioni più che promettenti.
L’obiettivo prefissato è quello di arrivare entro la fine
del 2021, quindi in tempi straordinariamente rapidi, ad ottenere le
certificazioni delle Autorità di vigilanza europee per poi procedere con la
produzione su larga scala, ambendo alla cifra di 100 milioni di dosi all’anno
da distribuire sia in Italia che all’estero. Tutto ciò dovrebbe aiutare nel
caso in cui Pfizer, Moderna e AstraZeneca dovessero ritardare nuovamente nella
consegna dei vaccini, motivo per cui l’azienda
ha previsto di assumere 40 dipendenti a breve.
L’investimento
La cifra investita da parte di Invitalia è tutt’altro che
irrisoria, si parla della somma di 81 milioni di euro, di cui 69,3 milioni
volti all’attività di Ricerca &
Sviluppo per l’ambita validazione e conseguente produzione del vaccino. La
restante quota, 11,7 milioni, sarà indirizzata all’ampliamento dello
stabilimento di Castel Romano, luogo di produzione del vaccino.
Non sono da trascurare, inoltre, le agevolazione concesse in
seguito agli aiuti di Stato che
ammontano a circa 49 milioni di euro, di cui 41,2 milioni al fondo
perduto e 7,8 milioni di finanziamento agevolato.
A seguito di un aumento di capitale di Reithera, visto
l’articolo 34 del Decreto-legge del 14 agosto 2020, Invitalia, grazie alla sua
importante partecipazione, acquisirà il 30% del capitale della società.
Samuele Oliveti
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