giovedì 25 febbraio 2021

Atelier des Lumières: 38 Rue Saint-Maur, 75011 Paris, Francia



La multimedialità funziona. Una tendenza internazionale in forte crescita come dimostra l’alto numero di eventi espositivi.

Dalle tante mostre temporanee alla nascita di un museo totalmente digitale il passo è stato consequenziale. È stato inaugurato a Parigi l’Atelier des Lumières, primo museo d’arte digitale. E nonostante tutte le critiche nei confronti del progetto dai sostenitori dell’arte “tradizionale”, il museo attira un altissimo numero di visitatori apparentemente incuriositi dall’opportunità di sperimentare nuove modalità di visione altamente tecnologica dei capolavori artistici; specialmente grazie alle mostre dedicate a Klimt e alla Secessione Viennese. Tutte virtuali.

Il museo si trova in un’ex fonderia nell’XI arrondissement, nella parte orientale di Parigi. Una zona interessata negli ultimi anni da una forte riqualificazione urbana, sollecitata da un ormai vecchio quartiere popolare, oggi pieno di gallerie d’arte e spazi espositivi no-profit. Anche l’Atelier des Lumières è nato dal desiderio di riqualificare un’ex fabbrica (la fonderia Plichon) del XIX secolo recuperata nel rispetto della struttura in acciaio originale e della monumentalità dello spazio. Il progetto è firmato da Culturespaces, una società specializzata in esposizioni artistiche immersive che ha già sviluppato il concept, a partire dal 2012, in una caverna in un piccolo villaggio della Francia, Le Baux de Provence, portando sulle pareti di pietra bianca lavori di Matisse, Chagall, Van Gogh. Un’idea che ha portato nel paesino della Provenza circa 1,5 milioni di visitatori all’anno diventando un’attrazione turistica per tutta la regione. Dal 1835, il format è infine arrivato nella capitale, con queste esposizioni interattive al 100%.

Non deve essere stato affatto semplice trasformare l’antica struttura di questa fonderia in un luogo adatto ad accogliere le tante tecnologie necessarie per “far funzionare” il museo. Sui 3.300 mq di superficie sono stati installati 140 videoproiettori per un allestimento multimediale unico nel suo genere che coinvolge tutto lo spazio, dal pavimento al soffitto, con pareti alte fino a 10 metri e oltre 3.000 immagini in movimento; è stato creato inoltre, un impianto acustico all’avanguardia per coinvolgere emotivamente a 360° lo spettatore. L’Atelier des Lumières è suddiviso in due spazi: La Halle e Le Studio. Nella Halle, la zona principale, sono ospitati cicli di proiezioni digitali sui grandi pilastri della storia dell’arte, ma anche mostre di artisti più contemporanei. Le due mostre di apertura sono state dedicate a Gustav Klimt e la Secessione viennese e l’altra a Friedensreich Hundertwasser. Invece la parte più piccola del museo, Le Studio, è dedicata alla creazione contemporanea anche attraverso un piano che da carta bianca a nuovi artisti digitali.

Questa foto del museo è stata presa dalla serie Netflix “Emily in Paris”, interessante per i lettori più giovani.

Per concludere, vi lascio con un commento della giornalista, curatrice, e critico d’arte Mariacristina Ferraioli;

“Senza addentrarci nella spinosa questione su quanto questo genere di eventi espositivi possano essere considerati divulgativi e quanto puro entertainment, ci limitiamo a registrare il dato che questa tipologia di mostre attira un pubblico generalista, formato non solo da giovanissimi. Format espositivo fra i più utilizzati oggigiorno, le mostre multimediali rappresentano una risorsa preziosa, nell’ottica di promuovere il patrimonio culturale e attrarre un pubblico non abituato a frequentare i musei. Chi le ha visitate le ha apprezzate per lo spettacolo affascinante e coinvolgente. Attraverso le immagini e l’audio, le opere degli artisti sono trasformate per essere proiettate su pareti alte oltre dieci metri occupando in maniera panoramica lo spazio. Il tutto accompagnato da una colonna sonora persistente che utilizza musica di Wagner, Chopin, Beethoven attraverso 50 altoparlanti programmati per integrare l’esperienza visiva 3D.”


Maddalena Sirimarco

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