Last minute market

 

Nulla si spreca nella cucina di Masterchef. Tra i fornelli del cooking show più in voga d’Italia, dove sono tornati gli aspiranti chef che ambiscono a conquistare il titolo di decimo Masterchef d’Italia, riciclare è una priorità. Anche

quest’anno, il cibo avanzato nelle prove non è finito nella pattumiera, ma è stato recuperato grazie alla collaborazione con Last Minute Market, una società impegnata sul fronte della riduzione degli sprechi e della prevenzione dei rifiuti da oltre 10 anni.

Ad esempio, nel 2013, sono state salvate dallo spreco circa due tonnellate di cibo tra frutta, verdura, uova, carne e latticini, cozze, pollame e selvaggina di cui hanno beneficiato ben 200 persone dell’Opera Cardinal Ferrari.

Per rendere l’idea, i kg di cibo recuperato sarebbero equivalsi a 4,14 cassonetti di rifiuti. Inoltre, sono stati salvati dallo spreco 4.109 metri cubi d’acqua, pari a 1,28 piscine olimpioniche.

Ma come è nata questa azienda e di che si occupa fondamentalmente?

Last minute market è una società spin-off dell’Università di Bologna. Il progetto nasce da un’idea di fondo semplice quanto inattuata: l’incontro fra lo smaltimento di prodotti ancora buoni, ma non vendibili, e il fabbisogno delle mense dedicate agli indigenti. Si tratta di una realtà di consulenza che mette in contatto l’ente generatore dello scarto con quello che ne ha bisogno, rendendo lo scambio veloce ed economicamente proficuo per entrambi.

L’attività di consulenza di Last Minute Market è a pagamento, ma una volta conclusa permette al supermercato/mensa/produttore di risparmiare sullo smaltimento, operazione dal costo importante, e all’utente più vicino (mensa dei poveri, associazione solidale) di ricevere merce gratuita nella stessa giornata. Il tutto nel rispetto delle normative che a livello di smaltimento alimentare sono molto stringenti.

Come funziona?

I vari enti si rivolgono a LMM, che grazie alla sua rete di contatti predispone un circuito rapido di scambio e istruisce tutti gli addetti in relazione a pratica e normative. Un incaricato dell’ente solidale ritira la merce predisposta dall’azienda in spazi appositi, e la conferisce nelle cucine dove viene servita o conservata quando possibile. Il fruitore deve trovarsi nelle vicinanze dello smaltitore, in modo da non avere costi ulteriori per il trasporto, e lo smaltitore non dovrà impegnare un’area di magazzino troppo estesa, poiché essa si svuoterà subito. Dunque, Last Minute Market non ha solo uno scopo ausiliario ed economico, ma anche ecologico (lo spreco, infatti, è anche un problema ambientale).

Oggi l’attività si occupa anche di farmaci e di scarti più ingombranti, ad esempio mobili. Nel 2019 si è riusciti a salvare e riutilizzare quasi mille tonnellate di merce in buono stato che sarebbe altrimenti andata al macero. Inoltre, realizza ricerche di mercato sullo spreco e progetti di comunicazione per le scuole e i cittadini. Dagli studi si è dimostrato che lo spreco domestico costituisce una delle piaghe più inarrestabili nella lunga filiera dello sperpero alimentare: infatti, rappresenta oggi lo 0,5% del Pil. Nel circolo velenoso che gravita fra il frigorifero e la pattumiera di casa gettiamo una quantità di cibo pari a 8,7 miliardi di euro: una cifra vertiginosa, che deriva dallo spreco settimanale medio di circa 213 grammi di alimenti buttati perché considerati non più edibili, circa 7 euro settimanali a famiglia. 

Alcune azioni efficaci per prevenire questo spreco potrebbero essere stilare una lista della spesa, congelare i cibi che non si mangeranno a breve, fare attenzione alla quantità quando si cucina, utilizzare avanzi e scarti per nuove ricette, verificare se i cibi sono davvero andati a male prima di buttarli, ordinarli meglio nel frigo con attenzione alle scadenze…

Anche i piccoli gesti, infatti, affiancati alle grandi iniziative, possono contribuire decisamente alla risoluzione di un problema di tale entità.

Maddalena Sirimarco