mercoledì 10 marzo 2021

I panda meritano l’estinzione?

 

Il panda gigante è un animale appartenente alla famiglia degli orsi, tipicamente conosciuto per essere uno dei simboli

della Cina e logo del WWF, che ne ha fatto l’emblema della lotta all’estinzione di moltissimi animali. Ogni anno vengono infatti investiti milioni di dollari per salvaguardare la sopravvivenza di questo animale, diventato ormai una vera e propria celebrità mediatica, ma ne vale davvero la pena?

L’evoluzione infatti non sembra aver favorito particolarmente i panda, che faticano a sopravvivere e a moltiplicarsi tanto in natura quanto in cattività.

La riproduzione è infatti uno degli aspetti più controversi nella vita di questi animali. Innanzitutto la femmina risulta fertile solo per poche ore l’anno, occasione unica per il maschio, che però spesso non riesce in questa impresa. Nei santuari per la salvaguardia degli animali spesso sono gli stessi operatori a mostrare ai panda, attraverso degli appositi video, in che modo riprodursi, cosa che altrimenti non riuscirebbero a comprendere da soli.

Tuttavia le difficoltà non finiscono qui. Nel caso in cui nascano dei gemelli, la femmina solitamente non riesce a prendersi cura di entrambi o si scorda letteralmente di nutrire un cucciolo, poiché troppo piccolo e invisibile ai suoi occhi miopi. Infine sono stati registrati casi di soffocamento degli stessi cuccioli ad opera delle madri, che non rendendosene conto, li schiacciano sotto il loro peso come se nulla fosse. 

Gli stessi scienziati sono rimasti abbastanza perplessi anche nell’osservare la dieta dei panda. Come è ormai noto, questi animali si cibano quasi interamente di bambù, tuttavia ciò sembra privo di alcun senso a livello evolutivo. Il bambù è di per sé una pianta che non possiede una gran quantità di nutrienti al suo interno e allo stesso tempo i panda non dispongono di enzimi e di una flora batterica adeguata per digerire le decine di chili di bambù ingeriti al giorno, di cui riescono a digerire a malapena il 19%. Nonostante le varie ipotesi non è quindi chiaro come mai una specie di animali teoricamente onnivori, come quasi ogni altro orso, si sia evoluta per seguire una dieta così svantaggiosa. 

E’ quindi lecito domandarsi se le ingenti somme di denaro investite e gli sforzi impiegati non debbano magari essere deviati su progetti che abbiano una maggiore rilevanza ed importanza a livello ambientale ed ecologico piuttosto che sulla sopravvivenza di animali che la natura stessa non sembra voler far sopravvivere. Altre posizioni tuttavia suggeriscono come l’importanza culturale che questi animali hanno assunto negli ultimi decenni giustifichi gli sforzi per salvaguardarli, soprattutto nel caso della Cina, che ha stabilito un vero e proprio business da milioni di dollari intorno ai panda.

Federico Tortorella


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