mercoledì 31 marzo 2021

La Moda: ieri ed oggi

 




Quando pensiamo ad andare indietro nel tempo con la moda, ci viene in mente un vestiario sempre più rigido e pudico, ma questa concezione dei costumi del passato è completamente errata.

La moda, difatti, segue i gusti e la filosofia di un popolo in uno specifico periodo della storia, finendo per apparire più come un cerchio, che una linea retta.

Un esempio potrebbe essere la civiltà Minoica (XXI-XIV a.C.), un popolo che ha abitato l’isola di Creta e che si distacca notevolmente dai costumi di altre regioni e periodi Greci.



Gli antichi Cretesi avevano un modo di vestirsi più simile al nostro, piuttosto che alle civiltà che si sarebbero successivamente sviluppate in Europa; le donne indossavano corsetti che lasciavano completamente libero il seno, e gonne con motivi intricati e colorati, i quali variavano a seconda di ciò che era più in voga in quel periodo.



Gli uomini, invece, indossavano un semplice perizoma, il cui lembo anteriore ricadeva con un drappo, spesso decorato da perline o da ricami, posti sul fronte. Talvolta il perizoma si trasformava in un calzoncino ampio o in una sorta di gonnellina.



Al contrario, nella Grecia Arcaica e Classica (VIII-IV a.C.) vi è un senso del pudore molto diverso; non vi erano grosse differenze tra il costume maschile e quello femminile, ma, a differenza delle donne Cretesi, le donne Greche indossavano tuniche che coprivano rigorosamente seno e spalle, andando contro alla moda che si poteva osservare un millennio prima.

Analogamente, se nel periodo medioevale in Europa (V-XV d.C.) la moda dettava che entrambi i sessi dovessero coprire tutto il corpo, fatta eccezione per mani e volto, negli ultimi tre secoli si è visto un graduale avvio verso una moda più rilassata, sia nei confronti della differenza di vestiario fra i due generi, sia nei confronti di vestiti che lascino scoperte zone più ampie del corpo.

Nel periodo Vittoriano (1837-1901), per esempio, vengono introdotti abiti femminili che lasciano tranquillamente scoperte braccia e spalle, negli anni ’40 diviene sempre più comune per la donna indossare pantaloni e successivamente, nei paesi occidentali, viene introdotto l’utilizzo di jeans e magliette, sotto l’influenza Americana.

Questi esempi ci fanno capire come in realtà la moda ed il pudore sono concetti facilmente malleabili nel tempo; la sessualizzazione di zone del corpo come il seno e, di conseguenza, la necessità di coprirle è un fenomeno comune solo nell’Eurasia.

Diversi popoli Nativi Americani vedevano il seno come una normalissima parte anatomica della donna, dedita solo all’allattamento dei bambini ed anzi, l’idea di associare tali parti del corpo alla sfera sessuale veniva considerato un concetto prossimo alla pedofilia.

Alcune culture, come quelle Aborigene Australiane, addirittura dettano quanto bisogni coprirsi a seconda dell’età che si ha; i bambini aborigeni sono soliti vestirsi con gonnellini, i giovani adulti sono completamente nudi, dato che mostrare gli organi sessuali è simbolo di maturità, superati i trent’anni ci si copre unicamente le natiche ed infine, superati i sessant’anni, si indossa una tunica.

Alla fine noi umani non abbiamo fatto altro che trovare nuovi modi per adornarci, perfino finendo per scambiarci abiti fra i vari generi (basti pensare che le magliette erano in passato considerate abiti unicamente femminili, o che il trucco era stato inizialmente ideato per gli uomini) e, in quanto umani cambiamo continuamente e la moda non fa altro che seguirci a ruota.

Marco Panzironi

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