Quando pensiamo ad andare indietro nel tempo con la moda, ci viene in mente un vestiario sempre più rigido e pudico, ma questa concezione dei costumi del passato è completamente errata.
La moda, difatti, segue i gusti e la filosofia di un
popolo in uno specifico periodo della storia, finendo per apparire più come un
cerchio, che una linea retta.
Un esempio potrebbe essere la civiltà Minoica (XXI-XIV
a.C.), un popolo che ha abitato l’isola di Creta e che si distacca notevolmente
dai costumi di altre regioni e periodi Greci.
Gli antichi Cretesi avevano un modo di vestirsi più
simile al nostro, piuttosto che alle civiltà che si sarebbero successivamente
sviluppate in Europa; le donne indossavano corsetti che lasciavano completamente
libero il seno, e gonne con motivi intricati e colorati, i quali variavano a
seconda di ciò che era più in voga in quel periodo.
Gli uomini, invece, indossavano un semplice perizoma, il cui lembo anteriore
ricadeva con un drappo, spesso decorato da perline o da ricami, posti sul
fronte. Talvolta il perizoma si trasformava in un calzoncino ampio o in una
sorta di gonnellina.
Al contrario, nella Grecia Arcaica e Classica (VIII-IV
a.C.) vi è un senso del pudore molto diverso; non vi erano grosse differenze
tra il costume maschile e quello femminile, ma, a differenza delle donne
Cretesi, le donne Greche indossavano tuniche che coprivano rigorosamente seno e
spalle, andando contro alla moda che si poteva osservare un millennio prima.
Analogamente, se nel periodo medioevale in Europa
(V-XV d.C.) la moda dettava che entrambi i sessi dovessero coprire tutto il
corpo, fatta eccezione per mani e volto, negli ultimi tre secoli si è visto un
graduale avvio verso una moda più rilassata, sia nei confronti della differenza
di vestiario fra i due generi, sia nei confronti di vestiti che lascino
scoperte zone più ampie del corpo.
Nel periodo Vittoriano (1837-1901), per esempio,
vengono introdotti abiti femminili che lasciano tranquillamente scoperte
braccia e spalle, negli anni ’40 diviene sempre più comune per la donna
indossare pantaloni e successivamente, nei paesi occidentali, viene introdotto
l’utilizzo di jeans e magliette, sotto l’influenza Americana.
Questi esempi ci fanno capire come in realtà la moda ed
il pudore sono concetti facilmente malleabili nel tempo; la sessualizzazione di
zone del corpo come il seno e, di conseguenza, la necessità di coprirle è un
fenomeno comune solo nell’Eurasia.
Diversi popoli Nativi Americani vedevano il seno come
una normalissima parte anatomica della donna, dedita solo all’allattamento dei
bambini ed anzi, l’idea di associare tali parti del corpo alla sfera sessuale
veniva considerato un concetto prossimo alla pedofilia.
Alcune culture, come quelle Aborigene Australiane,
addirittura dettano quanto bisogni coprirsi a seconda dell’età che si ha; i
bambini aborigeni sono soliti vestirsi con gonnellini, i giovani adulti sono
completamente nudi, dato che mostrare gli organi sessuali è simbolo di
maturità, superati i trent’anni ci si copre unicamente le natiche ed infine,
superati i sessant’anni, si indossa una tunica.
Alla fine noi umani non abbiamo fatto altro che
trovare nuovi modi per adornarci, perfino finendo per scambiarci abiti fra i
vari generi (basti pensare che le magliette erano in passato considerate abiti
unicamente femminili, o che il trucco era stato inizialmente ideato per gli
uomini) e, in quanto umani cambiamo continuamente e la moda non fa altro che
seguirci a ruota.
Marco Panzironi
Nessun commento:
Posta un commento