"Tutti i soldi si sciolgono nell’aria" possiamo usare questo passaggio del Manifesto del Partito Comunista di Karl Marx per descrivere l’essenza della Vaporwave:
un genere musicale che molte volte ci passa davanti, vediamo e viviamo anche se molti di noi non sanno precisamente cosa sia. Per definizione, la Vaporwave è un sottogenere della musica elettronica indipendente, nato all’incirca nel 2010 dopo la diffusione e la consolidazione delle sue caratteristiche nella cultura web. La Vaporwave ha come obbiettivo principale quello di ricreare, attraverso gli strumenti moderni, gli ambienti e la musica degli anni ’80-’90, creando quindi un legame indissolubile con l’arte visiva digitale. Il prodotto della Vaporwave, quindi, è una visione dei periodi passati attraverso un filtro estremamente moderno, facendo nascere dentro all’osservatore un senso di forte nostalgia verso tempi che forse non si sono vissuti, aggrappandosi quindi a quei ricordi che uno crea riguardo alla propria infanzia/adolescenza, ricordi che trasmettono calore quando si rivivono. La scelta di quel determinato periodo storico non è casuale; infatti, la Vaporwave, ha come obbiettivo quello di rivedere e criticare la società dell’estremo consumismo, esponendoci ai simboli di questa società attraverso pubblicità oppure programmi televisivi. A livello strumentale la Vaporwave utilizza principalmente suoni generati artificialmente, attraverso computer oppure strumenti come sintetizzatori, mentre per riciclare i vecchi suoni si utilizza quasi in modo eccessivo il campionatore.Questo genere, nel giro di circa 10 anni, è riuscito ad ampliare sempre di più il suo pubblico, dimostrando quindi come i prodotti della Generazione Z, molte volte sottovalutati, possano nascondere in sé messaggi profondi e prodotti completamente validi nel mondo nell’arte, riuscendo ad affermare il pensiero di una generazione.
Giuseppe Cirimele
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