Amedeo Modigliani, Modì secondo il nomignolo derivante dal suo cognome di peintr maudit “pittore maledetto”, è spesso ricordato per
le sue incredibili doti di ritrattista e per la sua breve vita. Fece parte di quei giovani artisti squattrinati che si formarono al Bateau Lavoir e che vissero tra eccessi e arte nel quartiere parigino di Montparnasse. Il modo personalissimo con cui Amedeo Modigliani rappresenta i soggetti della sua pittura rende le sue opere assolutamente uniche. Colli lunghi e visi affusolati sono sicuramente il suo marchio di fabbrica. Ma ciò che rende assolutamente inconfondibili i suoi ritratti sono gli sguardi dei soggetti rappresentati. Più che sguardi sembrano occhi cavati dalle orbite; sembra trattarsi di assenza totale dello sguardo. Suggeriscono allo stesso tempo incomunicabilità e la possibilità di comunicare con un linguaggio altro. Secondo la celebre frase che recita “Gli occhi sono lo specchio dell’anima” dobbiamo allora osservare questi sguardi come tali: vitrei specchi in cui annegare. E se farsi ritrarre da Modigliani era come “farsi spogliare l’anima”, allora nelle sue opere possiamo contemplare le anime dei soggetti, imprigionate nella tela.
Secondo il mercante d’arte
Guillaume il giovane pittore “Passò come una meteora, tutto grazia, tutto
collera, tutto disprezzo”. E come una meteora passò anche il suo travolgente
amore per Jeanne Hébuterne. Conosciuta all’academie
Colarossi, la pittrice diciannovenne divenne il soggetto principale dei
ritratti dell’artista. “Noix de coco”
(noce di cocco), così l’artista soprannominò affettuosamente Jeanne, per
via del contrasto tra i capelli castani e la carnagione chiarissima. Jeanne,
ragazza della Parigi per bene, sacrificò tutto per l’affascinante Amedeo. La
sua famiglia non accettava infatti la relazione con il giovane pittore
scapestrato. Ebbero una figlia, Jeanne, e vissero prima a Nizza e poi a Parigi.
Modigliani godeva da sempre di cattiva salute, e morì di tubercolosi a soli
trentasei anni. La moglie Jeanne non riuscì a sopportare il dolore, e si tolse
la vita il giorno seguente il funerale del marito del marito, lasciando orfani
Jeanne e il bambino che portava in grembo. Jacques Lipchitz, pittore e amico di Modigliani scrisse: “Non dimenticherò mai il funerale di Modigliani. Amici, fiori, i marciapiedi
affollati di gente che chinava il capo in segno di dolore e di rispetto. Tutti sentivano nell'intimo che Montparnasse aveva
perduto qualcosa di prezioso, qualcosa di molto essenziale”.
Eugenia Elifani
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