sabato 17 aprile 2021

E’ possibile vivere per sempre?


La morte è da sempre stata uno dei temi che più hanno affascinato l’uomo, da sempre alla ricerca di spiegazioni, rassicurazioni e risposte su cosa si celi dietro l’ignoto. Che si creda nell’aldilà, nella reincarnazione o nella semplice fine dell’esistenza, cosa succederebbe se fosse possibile sconfiggere la morte

attraverso la digitalizzazione della propria coscienza?

Sembra la trama di un film di fantascienza e nonostante questa invenzione potrebbe rivoluzionare la nostra visione del mondo ed il concetto di vita stessa, siamo ben lontani da poter anche solo immaginare un processo simile. 

Questa teoria posa innanzitutto le sue fondamenta su tre aspetti fondamentali, essenziali per la realizzazione di un progetto simile. 

In primo luogo il fisicalismo, ovvero la concezione secondo cui l’essenza umana sia racchiusa all’interno del solo sistema nervoso, il quale ovviamente esclude l’esistenza dell’anima e di tutto ciò che non sia materia. Questa premessa consentirebbe di passare quindi alla fase successiva, ovvero alla scansione del cervello. Attraverso questo processo infatti sarebbe possibile conoscere la posizione di ogni singola cellula nervosa e sinapsi, rendendo quindi possibile la creazione di una mappa digitale della coscienza umana stessa.  Infine l’elemento fondamentale è proprio la creazione di simulazioni computerizzate in cui ospitare la coscienza così ricreata in modo tale da far rivivere, nel mondo digitale, la mente umana. 

Ovviamente la tecnologia odierna è assolutamente incapace di realizzare un’impresa simile. Non solo il cervello, che contiene circa 86 miliardi di neuroni, è al momento impossibile da mappare data la sua complessità, ma realizzarne una perfetta copia digitale appare praticamente impossibile. Basti solo pensare a come il continuo scambio di sostanze fra le cellule, il mondo in cui i neuroni comunicano e le leggi chimiche e fisiche che regolano i movimenti delle sostanze dovrebbero essere applicate a miliardi e miliardi di cellule simulate, utilizzando un’enorme quantità di risorse e di energia.

Ma anche solo ipotizzando che si riesca a digitalizzare la propria coscienza, restano numerose le perplessità di carattere etico e filosofico. Questa nuova coscienza sarebbe infatti una copia fedele di quella originale o piuttosto una mera copia priva di volontà o intelligenza? E poi cosa succederebbe se un virus infettasse queste simulazioni? Si avrebbero intelligenze artificiali del calibro di HAL 9000 in grado di annientare civiltà? O piuttosto l’umanità riuscirebbe a prosperare a ritmi esponenziali? Se nessuno ancora è in grado di rispondere a queste domande, ciò che è invece sicuro è che questo stesso processo, più che sconfiggere la morte, consentirebbe di creare dei semplici cloni delle nostre stesse coscienze, non consentendo quindi di garantire all’individuo una vera e propria vita eterna.

Federico Tortorella

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