venerdì 2 aprile 2021

Spazio ad una grande donna: Virginia Woolf

 


Virginia Woolf è senza dubbio una delle figure significative della letteratura Internazionale del secolo scorso.

La complessa situazione

familiare, che inciderà fortemente sulla sua struttura caratteriale, ne condizionò anche il talento e la straordinaria produzione letteraria.

Nasce a Londra nel 1882 da genitori entrambi vedovi ed in seconde nozze in una famiglia che oltre ad essere numerosa mostrava già diversità problematiche. Il padre, Leslie Stephen era stato un pregevole autore, scrittore e critico letterario e ciò incise molto sulla formazione culturale di Virginia, che dal padre prese anche quella costante irrequietezza dovuta sia al suo genio culturale sia ai rapporti con i fratelli e sorelle di sangue e acquisite. Julia, la madre, aveva avuto dal suo precedente matrimonio 3 figli mentre Leslie aveva avuto una sola figlia.  Virginia, dunque si trovava a crescere in una famiglia con sette fratelli il che non agevolò gli equilibri generali. Oltretutto l’unica figlia di Leslie – avuta dal precedente matrimonio – fu dichiarata mentalmente instabile.

È la stessa Virginia Woolf a raccontare che lei e la sorella Vanessa Bell subirono abusi sessuali da parte dei fratellastri. Questo determinò negli anni a venire frequenti esaurimenti nervosi, crisi depressive e sbalzi di umore che la portarono anche a diversi tentativi di suicidio.

Il padre era un letterato estremamente conosciuto nell'ambiente inglese e godeva di ottime relazioni personali, questo condizionò la formazione culturale dei suoi figli ed in particolare quella di Virginia e di suo fratello Thoby. I modelli educativi della società britannica del tempo non concessero all’autrice di frequentare, nell’infanzia, alcun istituto scolastico. La madre si premurò, infatti, di darle direttamente lezioni di latino e francese, mentre il padre la spinse alle letture dei numerosissimi libri che teneva nella sua biblioteca privata. Questo tipo di impostazione fece di lei una donna molto preparata negli studi classici e la mentalità libera della madre – che da giovane era stata anche una modella – orientarono da subito le sue opere ad una visione della donna in crescente parità di diritti con l’uomo. Fu infatti determinata nella lotta per la parità di diritti tra i sessi, battaglia che condusse successivamente anche insieme al marito. Nel 1895, a soli tredici anni Virginia venne colpita da un primo grave lutto: la morte della madre. Il padre, anche lui duramente colpito dalla perdita, vendette l'amata casa al mare. Dal 1897 al 1901, Virginia studiò storia e lettere classiche al prestigioso King's College London. L’anno in cui fu ammessa agli studi universitari, morì anche la sorellastra, Stella, e nel 1904 il padre. Questi eventi portano al primo serio crollo nervoso di Virginia e ne condizionarono fortemente la produzione letteraria. Si trovano cenni di tali disagi già nelle opere più famose: La signora Dalloway (1925), Gita al faro (1927) e Una stanza tutta per sé (1929). Proprio in quest’ultima appare la celebre citazione: «Una donna deve avere denaro, cibo adeguato e una stanza tutta per sé se vuole scrivere romanzi.» riportata anche in pellicole più attuali a lei dedicate (THE HOURS – con la bellissima e commovente interpretazione di Nicole Kidman).

Nel 1912 sposò Leonard Woolf, un teorico della politica. Ebbe nel corso degli anni anche numerose relazioni con donne a conferma dello stato di disagio personale in cui andò tutta la sua vita.

Nei suoi scritti emerge costante l’utilizzo di visioni autobiografiche e fortemente riflessive oltre alle frequenti citazioni di denuncia sulla condizione femminile dell’epoca. Virginia Woolf fu attivista all'interno dei movimenti femministi per il riscatto sociale e di dignità delle donne (In Una stanza tutta per sé del 1929 trattò proprio il tema della discriminazione).

Il suo tratto da scrittrice non sempre fu compreso dalla critica che anzi l’accusava di supponenza e facilità di giudizio soprattutto nei confronti del ceto medio britannico. Altri ritennero che i suoi scritti fossero privi di universalità e profondità, senza il potere di comunicare nulla di emotivo o di rilevante eticamente alle comuni lettrici e lettori stanchi degli esteti degli anni venti del novecento. Fu anche etichettata da alcuni come una antisemita, nonostante il suo matrimonio con un uomo ebreo.

Maddalena Sirimarco


In conclusione vi consigliamo la splendida video recensione della nostra Eugenia Elifani:

https://sangiuseppedemerodeilblog.blogspot.com/2020/12/i-libri-del-blog-eugenia-elifani.html

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