Virginia Woolf è senza dubbio una
delle figure significative della letteratura Internazionale del secolo scorso.
La complessa situazione
familiare, che inciderà fortemente sulla sua struttura caratteriale, ne condizionò anche il talento e la straordinaria produzione letteraria.Nasce a Londra
nel 1882 da genitori entrambi vedovi ed in seconde nozze in una famiglia che
oltre ad essere numerosa mostrava già diversità problematiche. Il padre, Leslie
Stephen era stato un pregevole autore, scrittore e critico letterario e ciò
incise molto sulla formazione culturale di Virginia, che dal padre prese anche
quella costante irrequietezza dovuta sia al suo genio culturale sia ai rapporti
con i fratelli e sorelle di sangue e acquisite. Julia, la madre, aveva avuto
dal suo precedente matrimonio 3 figli mentre Leslie aveva avuto una sola
figlia. Virginia, dunque si trovava a
crescere in una famiglia con sette fratelli il che non agevolò gli equilibri
generali. Oltretutto l’unica figlia di Leslie – avuta dal precedente matrimonio
– fu dichiarata mentalmente instabile.
È la stessa Virginia
Woolf a raccontare che lei e la sorella Vanessa Bell subirono abusi sessuali da
parte dei fratellastri. Questo determinò negli anni a venire frequenti
esaurimenti nervosi, crisi depressive e sbalzi di umore che la portarono anche
a diversi tentativi di suicidio.
Il padre era
un letterato estremamente conosciuto nell'ambiente inglese e godeva di ottime
relazioni personali, questo condizionò la formazione culturale dei suoi figli
ed in particolare quella di Virginia e di suo fratello Thoby. I modelli
educativi della società britannica del tempo non concessero all’autrice di
frequentare, nell’infanzia, alcun istituto scolastico. La madre si premurò,
infatti, di darle direttamente lezioni di latino e francese, mentre il padre la
spinse alle letture dei numerosissimi libri che teneva nella sua biblioteca
privata. Questo tipo di impostazione fece di lei una donna molto preparata
negli studi classici e la mentalità libera della madre – che da giovane era
stata anche una modella – orientarono da subito le sue opere ad una visione
della donna in crescente parità di diritti con l’uomo. Fu infatti determinata nella
lotta per la
parità di diritti tra i sessi, battaglia che condusse successivamente anche insieme
al marito. Nel 1895, a soli tredici anni Virginia venne colpita da un primo
grave lutto: la morte della madre. Il padre, anche lui duramente colpito dalla
perdita, vendette l'amata casa al mare. Dal 1897 al 1901, Virginia studiò storia
e lettere classiche al prestigioso King's
College London. L’anno in cui fu ammessa agli studi universitari, morì anche la
sorellastra, Stella, e nel 1904 il padre. Questi eventi portano al primo serio
crollo nervoso di Virginia e ne condizionarono fortemente la produzione
letteraria. Si trovano cenni di tali disagi già nelle opere più famose: La signora
Dalloway (1925), Gita al faro (1927) e Una stanza
tutta per sé (1929). Proprio in quest’ultima appare la celebre citazione: «Una donna
deve avere denaro, cibo adeguato e una stanza tutta per sé se vuole scrivere
romanzi.» riportata anche in pellicole più attuali a lei dedicate (THE HOURS –
con la bellissima e commovente interpretazione di Nicole Kidman).
Nel 1912 sposò
Leonard Woolf, un teorico della
politica. Ebbe nel corso degli anni anche numerose relazioni con donne a
conferma dello stato di disagio personale in cui andò tutta la sua vita.
Nei suoi
scritti emerge costante l’utilizzo di visioni autobiografiche e fortemente
riflessive oltre alle frequenti citazioni di denuncia sulla condizione
femminile dell’epoca. Virginia Woolf fu attivista all'interno dei movimenti femministi per il riscatto
sociale e di dignità delle donne (In Una stanza
tutta per sé del 1929 trattò proprio il tema della discriminazione).
Il suo tratto
da scrittrice non sempre fu compreso dalla critica che anzi l’accusava di
supponenza e facilità di giudizio soprattutto nei confronti del ceto medio
britannico. Altri ritennero che i suoi scritti fossero privi di universalità e
profondità, senza il potere di comunicare nulla di emotivo o di rilevante eticamente alle comuni lettrici e lettori stanchi degli esteti degli anni venti del
novecento. Fu anche etichettata da alcuni come una antisemita, nonostante il suo
matrimonio con un uomo ebreo.
Maddalena Sirimarco
In conclusione vi consigliamo la splendida video recensione della nostra Eugenia Elifani:
https://sangiuseppedemerodeilblog.blogspot.com/2020/12/i-libri-del-blog-eugenia-elifani.html
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