venerdì 9 aprile 2021

The Wall: Il Capolavoro Dei Pink Floyd.



“The Wall” è l’undicesimo album dei Pink Floyd, datato 1979. Il film “Pink Floyd – The Wall” diretto da Alan Parker venne distribuito nelle sale cinematografiche nel

1982, ed è considerato come la colonna visiva dell’album stesso. L’idea dell’intero progetto e la sua realizzazione nacque dall’estro di Roger Waters, nonché bassista e cantautore del gruppo britannico.

 L’ambizioso progetto era quello di rappresentare visivamente una grande opera musicale passando dal vinile al proiettore, quindi alla rappresentazione live del grande muro metaforico; come una premonizione della caduta del muro di Berlino nel 1989,  che verrà celebrata con uno storico concerto, nel 1990, dove si esibiranno i gruppi rock tra i più famosi del mondo.

 Si narra, in chiave fantasmagorica, la vita di Pink, protagonista fittizio che incarna Roger Waters stesso, e il cui padre è morto combattendo la seconda guerra mondiale. Il personaggio, interpretato da Bob Geldof, che ricordiamo come storico promotore del live aid del 1985, è  una rockstar, tossico dipendente, tradito dalla moglie, depresso, ossessionato da traumi infantili quali la perdita del padre, una madre iperprotettiva e il continuo tormento di un severo professore scolastico. Egli è schiavo di un sistema che reprime la creatività e la diversità degli individui, considerati solo nuove reclute da addestrare, da stampare in serie, eliminando il pensiero critico in ognuno di loro; una sorta di lavaggio del cervello che sulle note di “Another Brick In The Wall Pt.2” vede gli alunni disposti su un nastro assimilandoli a carne da macello che serve ad alimentare il “sistema”. La classica frase  “all in all, you’re just another brick in the wall” si riferisce ai mattoni del muro psicologico, di alienazione e pazzia che Pink, negli anni, ha eretto intorno a lui. Il film prosegue in un crescendo di follia psichedelica, denunce sociali contro il bullismo, discriminazione,  razzismo fino alla dittatura. È così che il muro di Pink diviene il muro della società, che nel finale viene abbattuto solo grazie ad una presa di coscienza, quindi alla consapevolezza che violenza paura e repressione devono essere combattute promuovendo l’individualità della persona con le sue mille sfaccettature.

 Inizialmente, la copertina doveva essere soltanto un muro di mattoni bianchi, successivamente è stata aggiunta la scritta “Pink Floyd – The Wall” per volere dei discografici; sicuramente un messaggio discordante con il grido di libertà lanciato dall’album stesso.

Samuele Oliveti

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