martedì 6 aprile 2021

Tommaso spiega: La teoria delle stringhe



  L’universo è uno spazio indeterminato tutto da scoprire. L’uomo nel corso della sua vita si pone tante domande che servono a colmare il bisogno di scoprire e avere risposte per qualsiasi cosa.

Non abbiamo ancora idea di come possa essere strutturato questo mondo enorme intorno a noi che ci generò miliardi di anni fa. 

Lo sviluppo scientifico negli ultimi anni sta provando ad avere sempre più idea di come possa funzionare, analizzando varie ipotesi per giungere ad una soluzione. Oggi analizzeremo la teoria delle stringhe.

Questa teoria collega due rami della fisica ovvero la relatività generale, che serve per classificare e studiare eventi astronomici come pianeti, stelle, satelliti o buchi neri, e la fisica quantistica, che analizza il piccolo microscopico mondo alle basi di tutto ciò che ci circonda. Questi due mondi possiedono caratteristiche proprie molto diverse l’una dall’altra, per esempio le forze in atto di ognuno di questi sono completamente l’opposto l’una dell’altra.

La relatività generale si basa sulla forza gravitazionale, come funziona per esempio il nostro sistema solare, mentre il regno quantico si basa sull’elettromagnetismo e l’interazione nucleare forte o debole tra gli atomi.

Queste due leggi non coesistono perché si escludono a vicenda, ma per andare a scoprire fenomeni più grandi tipo l’esplosione del Big Bang dobbiamo utilizzarle entrambe andando perciò incontro enormi paradossi, senza contare tutti quelli che troveremo nell’analisi del regno quantico dove regna il caos più totale, dove è possibile che delle particelle coesistono nello stesso posto contemporaneamente.

La teoria delle stringhe ipotizza che l’unità fondamentale dell’universo non siano le particelle, ma un cordino vibrante, una stringa, come la corda di un violino, che in base all’energia trasmessa dalla vibrazione produce note diverse, la stringa ricrea ogni tipo di particella in base al suo movimento. 

Per sostenere questa teoria abbiamo bisogno di introdurre sei dimensioni diverse, estremamente piccole e a forma di cilindro chiuso in maniera circolare, le stringhe così muovendosi liberamente  in queste dimensioni extra, acquisiscono la loro vibrazione, ed emerge dai calcoli l’esistenza del Gravitone (ipotetica particella elementare responsabile della trasmissione della forza di gravità nei diversi modelli teorici che mirano a unificare i fenomeni gravitazionali tra quelli quantistici con quella che viene definita gravità quantistica), che risolverebbe così l’unificazione delle forze principali.

L’universo viene quindi riassunto in un complesso di 10 dimensioni: tre dimensioni spaziali, una temporale, e sei extra composte da minuscole stringhe che vibrano e formano tutte le forze e le particelle conosciute. Solo in seguito verrà ipotizzata l’esistenza di un’altra dimensione e di enormi membrane contenenti interi universi, ma questa un’altra storia.

Tommaso Lassalandra

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