Beppe Grillo, il fondatore del Movimento 5 Stelle, pochi giorni fa ha pubblicato un video in difesa di suo figlio Ciro, accusato insieme a tre suoi amici di violenza sessuale nei confronti di una diciannovenne italo-svedese. “Non è vero niente che c’è stato
lo stupro, non c’è stato niente. Perché una persona che viene stuprata la mattina al pomeriggio va in kitesurf e dopo 8 giorni fa la denuncia, ci è sembrato strano” ha dichiarato Beppe Grillo nel suo video. Personalmente ritengo che il video di Beppe Grillo, per quanto si possa avere comprensione di un padre ferito e addolorato, sia stato quanto meno offensivo, irrispettoso e inopportuno.Offensivo in quanto non rispetta la ragazza vittima di un presunto crimine così violento da compromettere l’equilibrio mentale della persona, tanto da determinare un trauma psicologico anche per tutta la vita, che potrebbe portare ad una alterazione e diffidenza nei i rapporti con l’altro sesso.
Irrispettoso nei confronti di tutte le donne e nei confronti dei familiari che al pari della ragazza subiscono un trauma terribile e un senso di colpa per non essere stati abbastanza presenti nell’educare e far presente determinate insidie che possono accadere nella vita.
Inopportuno in quanto, pur essendo convinti della propria innocenza e onestà, si dovrebbe sempre attendere con fiducia nella magistratura, nel il corso della giustizia fino alla sentenza definitiva.
Tutto ciò è aggravato ulteriormente dal fatto che Beppe Grillo è un personaggio pubblico, un politico importante che ha deciso di sfruttare la propria popolarità sui media per esporre le proprie ragioni sui social. Il personaggio pubblico dovrebbe avere estrema cautela e senso di responsabilità verso le persone nei confronti delle quali potrebbe esercitare un esempio sbagliato e diseducativo. Egli ha sfruttato la sua posizione di personaggio pubblico noto per esprimere la “sua” verità. Questo non è corretto nei confronti della famiglia della ragazza e soprattutto della ragazza stessa, poiché non hanno le stesse risposte mediatiche.
Dopo il suo scioccante discorso espresso nel video è diventato virale l’hashtag, rivolto verso le donne che sono state vittime di violenze sessuali, lanciato da Eva Dal Canto #ilgiornodopo. Questo ha dato la possibilità a molte donne di esprimere il loro lato della storia più liberamente. Eva stessa nel suo post ha scritto:
“Il silenzio non porta più giovamento, se non agli stupratori.(Mentre digito, mi tremano le mani). In un recente sproloquio, Beppe Grillo ha difeso il figlio dalle accuse di #stupro dicendo che la vittima l'indomani è andata a fare surf. Come se questo invalidasse magicamente non soltanto le accuse, ma anche la reputazione della ragazza. Troppe persone subiscono stupri e violenze nel segreto delle loro camere, nelle macchine dei compagni di classe e non acquistano consapevolezza di ciò che hanno subito fino a molto tempo dopo. Talvolta, come nel mio caso, dopo anni. Ma il problema è anche che una certa narrazione sembra voler colpevolizzare chi sopravvive, che dopo lo stupro non può voler trovare una distrazione o un piccolo attimo per non pensare al dolore e cercare di andare avanti. Ci volete mortə, oppure in lutto perenne. Si parla poco di sopravvivenza, di quanto sia difficile e di quanti sforzi comporti, per questo, voglio che tuttə noi ci facciamo sentire. Lancio l'hashtag #ilgiornodopo perché le/i sopravvissutə allo stupro e alle violenze raccontino quanto drammaticamente sia normale e diffuso non aver denunciato immediatamente. O, come nel mio caso, non aver denunciato affatto.”
Personalmente credo che il solo fatto che moltissime donne grazie all’#ilgiornodopo siano riuscite a trovare il coraggio di raccontare la propria storia sia stupefacente, dato che dopo aver subito una violenza simile si è gravemente colpiti a livello psichico, ed è complicato trovare il coraggio di narrare pubblicamente l’accaduto.
Maria Vittoria Berardi
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