Anche se la pandemia ha cambiato le “regole del gioco” e reso tutto molto più difficile, i costumi sociali e le abitudini dettano comunque i comportamenti dell’uomo.
Il distanziamento sociale ha accentuato notevolmente le relazioni online e
l’utilizzo di strumenti informatici sia per mantenere quotidianamente il contatto con le attività scolastiche e lavorative, sia per continuare in qualche modo ad “incontrarsi”.Spesso si parla di “chimica” quando scatta quella scintilla, quel batticuore all’incontro della persona giusta: passione, amore…. Ma siamo davvero sicuri che la scienza non c’entri nulla?
Ricercatori americani hanno sperimentato come le tecnologie informatiche stiano favorendo le compatibilità e le affinità tra le persone. È quello che stanno facendo con i siti di incontri online: gli esperti di Kellify, science-up italiana, utilizzano l’intelligenza artificiale applicata ad algoritmi definiti per individuare le caratteristiche estetiche da comparare e che determinano il successo di forme e immagini.
Su siti più noti quali Tinder, Bumble e TanTan, capita spesso che l’unica logica, aldilà della passione, è dettata dal tempo di uno swipe. Ed è così che entra in funzione l’intelligenza artificiale, capace di individuare ogni singola immagine come un insieme di forme, colori e spazi che colpiscono il nostro occhio e rubano il nostro cuore.
Certo è che nulla vale più di un abbraccio, una stretta di mano e contatto fisico, ma le abitudini sono cambiate. Noi ragazzi abbiamo dovuto trasformare il nostro sociale in social. Una sola vocale, un’insignificante “e” eppure quanto stravolgimento ha portato in ciascuno di noi.
Anche le immagini, le foto di ognuno, hanno subito una notevole trasformazione. Storie di vita su Instagram, camere private ed amici stretti…. Un modo pieno di musica e foto, battute, piccole relazioni e tentativi di contatto che si perdono in pochi minuti, fotogrammi che poco accendono il cuore e maggiormente, invece, consumano WIFI.
Un nuovo make-up digitale? Forse no! In una recente intervista su VanityFair un ricercatore americano è intervenuto dicendo: “Ai profili viene solo data una possibilità in più: esporre per primo la foto con la “chimica” giusta, appunto, per colpire nel profondo chi si districa tra swipe left e swipe right. Un “superpotere” per cogliere gli ingredienti giusti”.
Del resto tutto questo coinvolgimento emotivo sui costumi di massa veicolati tramite i social, lo vediamo addosso a noi ragazzi: che sia una borsa di Dior o una maglia di Michael Jordan, un Picasso o delle Sneakers, il mondo della rete è in grado di prevederne valori, traiettorie e liquidità futura. Tutto questo è possibile grazie a velocissimi processi di calcolo che non fanno altro che comparare dati e numeri che alla fine non solo determinano un nuovo design delle cose, ma fanno vero e proprio trend di mercato.
In conclusione, possiamo sostenere che intelligenza artificiale e costumi sociali non siano poi così distanti. È vero che noi ragazzi siamo spesso criticati di non avere sentimenti reali, ma sempre più legati al mondo della rete. Io credo che questo sia vero fino ad un certo punto: la voglia di trovarsi e di stare insieme è davvero tanta e se viene unita agli strumenti online, con la giusta misura, credo che questo possa essere solo un valore aggiunto per guardare al futuro senza dimenticare il nostro passato.
Maddalena Sirimarco
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