Ed anche questo due giugno è arrivato, carico delle capriole, dei fallimenti e degli
orgogli di un anno politico che certo non ha annoiato. Mi chiedo se questa sia la Repubblica che avevate immaginato, Padri Costituenti. Un torneo di scandali e sotterfugi, di ignoranza e stupidità, di noioso e ripetitivo ridicolo. Soltanto ieri Azeglio ha perso la g, lo abbiamo scoperto con una targa. Una g che era una lacrima, forse, per la situazione presente. Ma in questa Repubblica, in questa nostra Costituzione, perdurano forti i presupposti per un futuro radioso, già disegnato ma mai costruito. C’è fermento, forze che si risvegliano, resistenze che si rinnovano. La sfida della nostra generazione è riscoprire e rianimare la spinta propulsiva della rivoluzione antifascista, riappropriarsi della speranza e dell’azione che la hanno caratterizzata. Vediamo oggi la fine di una parentesi buia, ma solo dalle tenebre può nascere la luce, solo dal nulla può nascere il qualcosa. Ho fiducia perciò, fede forse, nell’anno che verrà. Perché nonostante le sue furbizie ed i suoi errori, le sue idiozie e le sue stranezze, il nostro è un paese bellissimo, un popolo bellissimo, che possiede la forza e la virtù di divenire ciò che è, di trasformarsi in sé stesso. È grande la confusione sotto il cielo, maggiore la possibilità. Ieri mi sono vaccinato: mi hanno regalato una copia della Costituzione. Un primo raggio di sole.Tancredi Bendicenti
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