giovedì 30 settembre 2021

Sumo: sport e tradizione


 Grafica di Linda Chen

Il Sumo è lo sport nazionale del Giappone, una disciplina corpo a corpo dalle origini estremamente antiche, dove i lottatori (detti rikishi), i quali sono esclusivamente maschi, devono spingere fuori dal ring (il dohyo) il loro avversario, tramite spinte, strattoni, sgambetti e prese. La prima testimonianza della pratica risale al VI secolo, in Hokkaido (regione al nord del giappone). Tuttavia, secondo una leggenda, sarebbe nato intorno al I secolo avanti Cristo quando due guardie di un imperatore, per risolvere una contesa, decisero di affrontarsi in uno scontro corpo a corpo molto particolare. Quest’ultimo piacque così tanto al monarca che, finito lo scontro, donò al vincitore titoli e ricchezze, esortandolo ad affinare lo stile di lotta per renderlo ufficiale. L’importanza del sumo nei secoli successivi fu così grande che, nell’858 due discendenti di un defunto imperatore, decisero di disputarsi il trono tramite un incontro di lotta. Lo sport, ai suoi albori, era estremamente più violento di quello corrente, con elementi che tutt’ora ricorrono in boxe e wrestling.
Lo scontro è uno contro uno ed i rikishi, o sumotori, devono seguire delle rigidissime regole sia dentro che fuori il ring. La prima, nonché la più famosa, è la dieta. I lottatori, infatti, arrivano a pesare tra i 150 ed i 200 kg. La cosa ai nostri occhi potrebbe sembrare estremamente controversa, eppure ciò è necessario per vincere poiché, dal momento che l'obiettivo è gettare il nemico fuori da un’area, più si è pesanti e più è difficile essere spostati. Ciò, però, non prescinde l’allenamento fisico, infatti la massa grassa di ogni sumotori è soltanto il 15% del peso corporeo. L’addestramento viene effettuato di pari passo con l’aumento di peso. Questo rientra anche nella filosofia del sumotori, per i quali la disciplina diventa il loro stile di vita. Proprio per questo motivo ogni associazione sportiva (chiamata Heya), è una piccola comunità, quasi del tutto autosufficiente, con un maestro che agisce come padre e degli allievi, organizzati per esperienza. I novizi, oltre all’allenamento, svolgono anche le mansioni più tediose, come ad esempio preparare i pasti (che sono solo 2 al giorno ma estremamente abbondanti) e pulire, in cambio gli esperti si allenano con questi ultimi per affinare le loro tecniche. La vita all’interno dell’Heya è estremamente dura e ciò, unito al fatto che a causa dell’enorme massa i sumotori hanno un’età media molto più bassa e rischio di diabete ed attacchi di cuore, sta causando una lenta ma costante diminuzione dei rikishi, poiché i giovani ritengono quest'arte troppo rischiosa.
Da molti nipponici, il Sumo è considerato una forma d’arte e difatti presenta ancora molti elementi tradizionali, risalenti all’antichità, come l’abbigliamento, ossia il mawashi. Questo perizoma, non è altro che un drappo di cotone il quale viene annodato molteplici volte sulla vita e, a seconda dello stile di lotta del contendente, in modo più o meno stretto. I giocatori esperti, inoltre, oltre al mawashi indossano all’inizio di ogni competizione un secondo drappo di seta, simile ad un grembiule, con i simboli della propria Heya. Oltre al vestiario, ogni lottatore deve acconciarsi i capelli in una crocchia, detta chonmage, tipica dei samurai, proprio per ricordare le origini della disciplina. Oltre a ciò, vengono eseguiti dei particolari rituali propiziatori, come per esempio lo spargimento di sale sui bordi del ring, finalizzato a proteggere i lottatori da eventuali urti troppo dolorosi, ma soprattutto lo shiko. Questo movimento, molto stereotipato in occidente, consiste nel mettersi a gambe larghe, piegare le ginocchia e poi alzare un piede in aria e lasciandosi cadere, ripetendo il procedimento alternando i due arti, ciò ha scopo di stretching, di intimorire l’avversario e di cacciare gli spiriti maligni. Infine ogni competizione dispone di un giudice il quale, oltre a proclamare il vincitore, ha il compito di far rispettare ad ogni lottatore i comportamenti etici e rituali che contraddistinguono questo antico sport, ancora invariato tra i secoli.
Alessio Racioppi

Nessun commento:

Posta un commento

Il Blog consiglia:

PODCAST - Una testimonianza da Gaza: Intervista alla Dottoressa Elvira Del Giudice

Il podcast del Blog degli Studenti giovedì 16 novembre 2023 ha ospitato la Dottoressa Elvira Del Giudice. La Dottoressa ci ha fornito una te...

Top 5 della settimana