L’estate sta finendo e, come usanza tradizionale, in molti paesi del mondo la cosa viene esaltata tramite una festività. Il Giappone non è esente da ciò, infatti ogni anno, a cavallo tra settembre ed ottobre, il paese del sol levante prepara una consueta ricorrenza: la “Tsukimi”.
Traducibile letteralmente come “guardare la luna”,
è una celebrazione autunnale, dedicata alla luna piena, onorandola con musica,
poesia, offerte, banchetti e decorazioni. La festa ha origine nel periodo Heian
(attorno all’anno 1000) ed è derivata dalla festa cinese di mezzo autunno,
giorno in cui l’aristocrazia si radunava per elogiare i raccolti, ampliata solo
attorno al 1600 a tutta la popolazione. La festività cade durante questi mesi
poiché, secondo credenza popolare, la luna è più brillante. In questo giorno, è
solito radunarsi per osservare le stelle e decorare i tetti delle case e le
aree utilizzate per guardare il cielo con la susuki (erba della pampa), una
pianta molto simile al riso ma con dei folti pennacchi sulla sommità. In
mancanza di essa, si possono allestire in alternativa delle composizioni di
fiori. Una volta giunta la sera, i cittadini si radunano nelle zone preparate
precedentemente, offrendo alla luna incensi e vari cibi autunnali come patate
dolci, taro, edamame e castagne (riferiti popolarmente come tsukimi ryori ossia “piatti tsukimi”) e mangiando dolci tipici chiamati Tsukimi Dango,
ravioli di riso tondi, bianchi o gialli, spesso serviti su spiedini, i quali
rimandano alla forma ed al colore della luna piena. In alcune città rurali,
inoltre, vengono spesso allestite danze e parate propiziatorie shintoiste, le
quali a volte arrivano a durare un’intera settimana. È molto comune, per tutto
il proseguimento dell’evento, imbattersi in tante raffigurazioni, decorazioni
ed alimenti dalla forma di conigli. Questo perché, secondo i giapponesi,
guardando la luna piena, si può vedere sui crateri la forma di un coniglio con
mortaio e pestello. Ciò rimanda ad una suggestiva storiella popolare,
probabilmente di origine buddhista, che parla di un coniglio che riesce a
raggiungere la luna per preparare dei mochi. Molto apprezzata dai giapponesi ed
elogiata in questa celebrazione. Anche in caso di pioggia o nebbia, quando la
luna non è visibile, la festa si tiene comunque, apostrofando la serata come mugetsu o ugetsu ossia rispettivamente “senza luna” e “luna piovosa”. La
tradizione si sussegue ogni anno, in ogni condizione e anche quest’anno,
nonostante la pandemia, i giapponesi sono stati in grado di celebrare questa particolare
festività.
Alessio Racioppi
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