Anche quest’anno settembre è tornato volando. Le vacanze sono finite, la gente rientra a casa, le città si riempiono e le scuole ricominciano.
Dopo quasi due anni passati a combattere il Covid-19 siamo ancora qui speranzosi per un nuovo inizio, un anno diverso, magari più libero. Sarà così? Ancora non si sa, ma nessuno perde la speranza. Abbiamo passato un anno e mezzo molto difficile, tra distanziamento, mascherine e precauzioni sanitarie di tutti i generi. Sicuramente non finirà tutto da un giorno all’altro ma la speranza di ritornare alla cosiddetta “normalità” è ogni giorno più forte.
Le domande che ci poniamo noi studenti sono tante. “La didattica a distanza rimarrà soltanto un ricordo?” “Le mascherine saranno ancora necessarie per tutto l’anno?” “Riavremo i nostri tanto desiderati compagni di banco?” La verità è che sappiamo già la risposta a queste domande, anche se speriamo con tutti i nostri cuori di non avere ragione. Il dubbio rimarrà: la nostra vita cosiddetta "normale" cambierà per sempre? Probabilmente sì. Il popolo del nostro pianeta è stato colpito da un virus molto aggressivo ed è possibile che non sarà neanche l'unico. Il coronavirus ha cambiato, forse definitivamente le nostre abitudini: il distanziamento sociale ha stravolto completamente la nostra socializzazione, incutendo anche un senso di diffidenza nei confronti del prossimo. Spero che in un prossimo futuro troveremo un nuovo equilibrio tra l'essere prudenti e manifestare tutto il nostro affetto e stima per chi ci circonda e ci vuole bene.
L'8 settembre è stato il nostro primo giorno di scuola. È cambiato qualcosa? Certamente, abbiamo una didattica in presenza, grazie alla diffusione del vaccino: quasi la totalità degli alunni e la totalità dei professori e del personale di supporto. Con la collaborazione e con l’impegno di tutti sono sicura che riusciremo a recuperare la socializzazione e la “libertà” che avevamo prima.
Maria Vittoria Berardi
