domenica 14 novembre 2021

Giordano Bruno e Michelangelo Merisi da Caravaggio



 Quando si percorrono le strade di Roma non ci si rende conto del tempo, ma ci si perde all’angolo tra un dettaglio e lo

stupore. Il centro trascende i mattoni, l’acciaio, le vetrine e i ristoranti, essendo un vero e proprio vaso in cui si riversano la cultura e la conoscenza umana. Oggi, agli alunni dei quarti scientifici è stata offerta la possibilità di percorrere un itinerario alla scoperta di alcuni frammenti di ricordi, edifici ricolmi di immensa bellezza e spazi sconosciuti che commemorano un ricco passato. La prima tappa è stata dunque la chiesa di San Luigi dei Francesi, accanto a Palazzo Madama.

Sin dal 1589 essa fu la chiesa nazionale dei francesi di Roma, finanziata da Caterina de' Medici.

La chiesa è suddivisa in tre navate, con cinque cappelle per lato tra cui la Cappella Contarelli, che legò indissolubilmente il suo destino alla maestria di Caravaggio. Egli dipinse un intero ciclo dedicato a San Matteo composto da:  “La vocazione di San Matteo“, “San Matteo e l’Angelo” e “Il martirio di San Matteo“.

La Vocazione di San Matteo è il primo dipinto eseguito dal Caravaggio per una destinazione pubblica. La luce assurge a simbolo della Grazia divina: non a caso essa proviene non dalla finestra dipinta in alto a destra (che anzi resta del tutto priva di luminosità) ma dalle spalle di Cristo. Rivoluzionaria è  poi l’idea di ambientare le immagini nella penombra.

L’entrata del Cristo con la mano che indica la scelta di Matteo, richiama la  Creazione di Adamo di Michelangelo sulla volta della Cappella Sistina, che Caravaggio avrà certo avuto modo di studiare e apprezzare.

La seconda tela, modificata più volte dal pittore, rappresenta invece il momento dell’uccisione di San Matteo per mano di un sicario.   In essa ritroviamo lo stesso volto del Merisi. Nell’ultima, San Matteo ispirato da un angelo alle sue spalle ha l’aspetto di una persona colta, istruita, e scrive di suo pugno il Vangelo, mentre l’angelo, con un gesto delle mani, sembra elencargli i fatti che dovrà narrare nel testo. 

In questi capolavori Caravaggio esprime la sua piena maturità artistica grazie al luminismo, ossia l’uso drammatico e intenso della luce e delle ombre che restituisce l’insieme delle emozioni delle opere all’osservatore.

La tappa successiva è Campo dei fiori, una piazza molto nota ai giovani e alla movida romana ma che nasconde toccanti e drammatiche storie. Prima di giungervi però il gruppo ha ammirato la chiesa di Sant’Ivo alla sapienza, opera di Borromini, e attualmente sede dell'Archivio di Stato, e la fontana dei Quattro Fiumi che si staglia di fronte alla Chiesa di Sant’Agnese in Agone progettata dal Borromini presso Piazza Navona. Il gruppo marmoreo è caratterizzato dalla presenza di quattro giganti, appoggiati ai lati di uno scoglio, che altro non sono che le allegorie dei quattro fiumi più grandi della Terra  (almeno stando alle conoscenze dell’epoca): il Nilo, il Gange, il Danubio ed il Rio de la Plata. Nella realizzazione del Bernini, ognuna di queste figure rappresenta un continente (l’Oceania non era rappresentata in quanto ancora sconosciuta).

Da Piazza Navona poi gli studenti hanno raggiunto Campo dei Fiori in cui al centro si erge la statua di Giordano Bruno.

Giordano Bruno è stato un frate italiano dell'Ordine Domenicano. Fu anche un filosofo e matematico. È meglio conosciuto per aver creduto nell'infinità dell'universo. 

Per aver pubblicato credenze contrarie al dogma cattolico romano Il 17 Febbraio del 1600, per ordine di papa Clemente VII fu bruciato sul rogo come eretico dall'Inquisizione della Chiesa Cattolica Romana.

In seguito alla morte, sull’opera di Giordano Bruno si è accumulata la densa polvere di un mito, che ha a lungo stravolto tratti essenziali del suo personaggio e dei suoi capolavori. Eppure grazie a lui si devono alcuni dei principali concetti del pensiero moderno: l’universo infinito e i mondi innumerabili; la distruzione del cosmo aristotelico e tolemaico; la critica radicale dell’età dell’oro; la concezione del lavoro come ‘principio’ delle civiltà; la dissoluzione dei generi letterari tradizionali. Intellettuale europeo, figlio della tradizione ‘civile’ italiana, è stato uno dei costruttori delle ‘libertà dei moderni’. (TRECCANI)

Per ricordarlo era stata eretta una prima statua nel 1849 durante la Repubblica Romana, poi fatta abbattere da Pio IX, perché raffigurante Giordano Bruno in atteggiamento di sfida davanti al tribunale dell’Inquisizione.

Fu invece accettata la statua attuale, ma nessuno si accorse dei segnali simbolici anticlericali inseriti nel monumento. La statua è a figura intera, Giordano Bruno ha le braccia incrociate, tiene in mano un libro, la testa è coperta da un cappuccio. La statua è montata su un alto piedistallo.

Nella parte superiore del piedistallo su ciascun lato ci sono due bassorilievi inghirlandati raffiguranti personaggi storici che, secondo lo scultore, erano seguaci di Bruno, o furono giustiziati o uccisi per motivi religiosi (Jan Huss, John Wycliff, Tommaso Campanella). Inoltre, è rappresentato Martin Lutero. La sfida al Vaticano può dirsi completata.

Con questa esposizione si è conclusa l’incredibile mattinata, organizzata dal professor Moro e dalla professoressa Pettinari, alla quale hanno partecipato il prof. Costa e il prof. Lenti.

Giorgia Gambarini

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