Oggi si sono svolte
le selezioni per i "Campionati Internazionali
di Giochi Matematici".
È la
trentaseiesima edizione nel mondo e la ventinovesima organizzata in Italia dall’Università
Bocconi di Milano.
Questo tipo di giochi matematici è nato in Francia nel 1987 ma in realtà affonda le sue origini in tempi molto antichi: ci sono
testimonianze di medesimi giochi già in Egitto e nell’antica Grecia.La prima edizione coinvolse
solo 400 studenti ma oggi sono più di 200.000 e provengono da 3 continenti.
Le difficoltà di questi "giochi"
sono in funzione del corso di studi svolto; quindi, ci sono vari livelli a
seconda che si appartenga alla scuola secondaria di primo o secondo grado, ma
coinvolgono anche studenti dei primi anni dell’università e persino adulti.
Chi
supera le selezioni ha un arduo cammino: i quarti di finale, la semifinale,
la finale nazionale e la finalissima internazionale.
“Logica,
intuizione e fantasia" è lo slogan di questi
campionati, ma si tratta di una gara che verte non tanto su quesiti di
matematica, quanto di logica.
Basandomi
sull’esperienza provata in prima persona, sia quest’anno sia lo scorso anno, posso
affermare che lo studente, durante lo svolgimento dei giochi matematici, prova alterni
sentimenti: curiosità di fronte ai quesiti, preoccupazione di non essere in
grado di svolgere gli esercizi dati.
Quando
il professore inizia a spiegare le regole dei giochi, che più o meno tutti
sappiamo, lo studente ha come una sorta di ansia di avere sottomano il foglio con
i quesiti, così da potersi togliere al più presto quel grande peso.
Durante
l’ora e mezza a disposizione, la concentrazione è massima e l’ingegno anche,
perché a volte utilizziamo metodi, poco ortodossi e di cui non siamo del tutto
certi.
Le
lancette dell’orologio scorrono veloci e in pochissimo tempo vola via quell’ora
e mezza che, all’inizio sembra un’eternità ma che poi, in realtà, non basta
mai.
La
consegna provoca invece una sensazione di vuoto, di incertezza, ma anche di speranza.
Certo tutto dipende dalle risposte che uno ha fornito.
Dopo
la consegna, subito di corsa dai compagni a confrontare le risposte date,
capire gli errori fatti e proprio da questi errori cercare come migliorare la
prossima volta.
La
sera è tutto come se niente fosse accaduto, si ritorna alla normalità, fino a
quando il professore annuncia chi è stato selezionato e quindi può passare al
turno successivo. Ma in questa fase, la vittoria personale non è indispensabile,
perché si è comunque fieri del proprio lavoro e felici e orgogliosi se un altro
compagno è passato, perché siamo certi che rappresenterà degnamente la classe
anche fuori dalla scuola e dimostrerà quanto essa valga, in toto.
Tutto
ciò, perché l’importante non è vincere, ma partecipare e imparare dai propri
errori, spingersi sempre più in alto, raggiungere risultati sempre migliori con
“logica, intuizione e fantasia”.
Filippo Maria Giovannini
Nessun commento:
Posta un commento