martedì 16 novembre 2021

Logica, intuizione e fantasia: l’essenza dei giochi matematici

 


Oggi si sono svolte le selezioni per i "Campionati Internazionali di Giochi Matematici".

È la trentaseiesima edizione nel mondo e la ventinovesima organizzata in Italia dall’Università Bocconi di Milano.

Questo tipo di giochi matematici è nato in Francia nel 1987 ma in realtà affonda le sue origini in tempi molto antichi: ci sono

testimonianze di medesimi giochi già in Egitto e nell’antica Grecia.

La prima edizione coinvolse solo 400 studenti ma oggi sono più di 200.000 e provengono da 3 continenti.

Le difficoltà di questi "giochi" sono in funzione del corso di studi svolto; quindi, ci sono vari livelli a seconda che si appartenga alla scuola secondaria di primo o secondo grado, ma coinvolgono anche studenti dei primi anni dell’università e persino adulti.

Chi supera le selezioni ha un arduo cammino: i quarti di finale, la semifinale, la finale nazionale e la finalissima internazionale.

“Logica, intuizione e fantasia" è lo slogan di questi campionati, ma si tratta di una gara che verte non tanto su quesiti di matematica, quanto di logica.

Basandomi sull’esperienza provata in prima persona, sia quest’anno sia lo scorso anno, posso affermare che lo studente, durante lo svolgimento dei giochi matematici, prova alterni sentimenti: curiosità di fronte ai quesiti, preoccupazione di non essere in grado di svolgere gli esercizi dati.

Quando il professore inizia a spiegare le regole dei giochi, che più o meno tutti sappiamo, lo studente ha come una sorta di ansia di avere sottomano il foglio con i quesiti, così da potersi togliere al più presto quel grande peso.

Durante l’ora e mezza a disposizione, la concentrazione è massima e l’ingegno anche, perché a volte utilizziamo metodi, poco ortodossi e di cui non siamo del tutto certi.

Le lancette dell’orologio scorrono veloci e in pochissimo tempo vola via quell’ora e mezza che, all’inizio sembra un’eternità ma che poi, in realtà, non basta mai.

La consegna provoca invece una sensazione di vuoto, di incertezza, ma anche di speranza. Certo tutto dipende dalle risposte che uno ha fornito.

Dopo la consegna, subito di corsa dai compagni a confrontare le risposte date, capire gli errori fatti e proprio da questi errori cercare come migliorare la prossima volta.

La sera è tutto come se niente fosse accaduto, si ritorna alla normalità, fino a quando il professore annuncia chi è stato selezionato e quindi può passare al turno successivo. Ma in questa fase, la vittoria personale non è indispensabile, perché si è comunque fieri del proprio lavoro e felici e orgogliosi se un altro compagno è passato, perché siamo certi che rappresenterà degnamente la classe anche fuori dalla scuola e dimostrerà quanto essa valga, in toto.

Tutto ciò, perché l’importante non è vincere, ma partecipare e imparare dai propri errori, spingersi sempre più in alto, raggiungere risultati sempre migliori con “logica, intuizione e fantasia”.

Filippo Maria Giovannini

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