“Rowing”, canottaggio in inglese, è uno degli sport più popolari in Canada. Moltissimi campioni olimpionici di questo sport sono infatti canadesi. Ecco
perché ho colto l’occasione di questo viaggio per iniziare.Il canottaggio qui è preso molto seriamente. Mi alleno
5 giorni a settimana, 2 ore al giorno. È uno sport molto duro e completo, che
allena tutto il corpo. La parte più eccitante sono le regate ovviamente.
Impieghiamo mesi a preparare una gara.
Ieri, 6 novembre, ho partecipato alla regata più
importante della stagione, la “City Champs regata”. Ho gareggiato con la mia
squadra, 8 rematori a remi singolo e 1 coach. Ero abbastanza nervoso, essendo
la mia prima gara in una barca con gente più esperta, i seniors.
La giornata prevedeva tre gare diverse, gironi,
semifinali e finali. Le barche con i migliori tempi si qualificavano per le
migliori batterie.
La nostra prima gara è stata alle 9:30 del mattino. A
quell’ora, nel lago Elk Lake si gela, ed in più aveva iniziato a piovere. Siamo
saliti sulla barca e ci siamo diretti verso il punto di partenza. In quel
momento tremavo, sia per il freddo che per la paura di rovinare la gara a
tutti, essendo il più inesperto. Alla fine, è andato tutto bene, siamo arrivati
secondi, ma ci siamo comunque qualificati nella migliore batteria per le
semifinali.
Nella tenda con gli altri abbiamo parlato di cosa potevamo fare meglio, sia individualmente che come da squadra. Abbiamo mangiato qualcosa e all’avvicinarsi della seconda gara ci siamo andati a riscaldare tutti insieme.
Più o meno alle 12:10 siamo risaliti sulla barca. Una
diversa però, che purtroppo poi ci siamo resi conto aveva alcune sedie rotte
che non si muovevano molto bene. Uno svantaggio che ci è costato il secondo
posto. Infatti, verso la fine, approcciando i mille metri di distanza, al
ragazzo dietro di me si è bloccato il remo nell’acqua. In gergo canadese questo
è chiamato “catch a crab” e ferma la barca istantaneamente, poiché tutti quanti
si devono fermare per far sì che il remo possa uscire dall’acqua. Abbiamo perso
così molta velocità ed abbiamo tagliato il traguardo due secondi dopo i
secondi.
Nonostante ciò, ci siamo qualificati nella migliore
batteria per la finale. Il nostro obiettivo era arrivare secondi. I primi,
nostri compagni di squadra, erano irraggiungibili, letteralmente la barca più
veloce di tutta la stagione. Ci stavamo concentrando a battere la squadra
arrivata seconda nella semifinale.
Eravamo tutti nervosi, ma molto motivati poiché prima
avevamo perso di pochissimo.
Verso le 15:30 ci siamo diretti verso il molo per
preparare la barca, questa volta per fortuna era tutto a posto. Abbiamo poi
remato verso il punto di partenza. Durante il tragitto abbiamo provato qualche
partenza ed a tenere un ritmo da gara.
Una volta arrivati, abbiamo allineato tutte le barche
gareggianti per la partenza. Ci siamo messi nella “catch position”, ossia a
gambe piegate. Poi, per dieci secondi, tutti fermi, immobile sento le parole
del giudice di gara: “This is going to be a quick start…attention…row!”. Siamo
subito partiti a tutta velocità. Mettevamo tutta la forza che potevamo in ogni
remata, ad un ritmo di 38 remate al minuto. Intanto il nostro coach che ci
incitava: “We can do this, come on harder!”.
I primi erano già lontani. Noi invece eravamo solo
qualche metro più avanti dell’altra squadra.
Abbiamo passato così i primi 650 metri della gara. La
stanchezza si iniziava a sentire, ma nessuno ha rallentato neanche un po’, poiché
bastava pochissimo per essere superati.
All’improvviso, a me, si blocca il remo dentro l’acqua
e la barca inizia a rallentare. Riesco però a tirarlo fuori subito ed a
continuare a remare. Però, così, abbiamo perso tutto il vantaggio che avevamo, e
l’altra squadra ci aveva raggiunto.
In quel momento, ognuno di noi ha dato veramente tutto
quello che aveva. Non solo facevamo remate veloci e forti, ma eravamo tutti
quanti perfettamente coordinati. Negli ultimi 100 metri siamo riusciti a
posizionarci secondi di nuovo, ed abbiamo così tagliato il traguardo qualche decimo
prima dei terzi.
La gioia è stata immediata, tutti quanti abbiamo
subito iniziato a festeggiare. Ero felicissimo, il ragazzo dietro di me mi ha
detto: “Ti ho ammirato per quanto veloce sei stato ad uscire da quella brutta
situazione, eri a tanto così da rovinare tutto.”; ci abbiamo riso su insieme.
È stato molto bello e di grande soddisfazione arrivare
secondo in una gara così importante, con neanche due mesi di esperienza. Mi
sentivo di aver fatto la mia parte nel modo giusto per la squadra della mia
scuola. Mi sono innamorato del canottaggio e non vedo l’ora che ci sia un’altra
regata.
Rodrigo Molina
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