martedì 9 novembre 2021

Sveva: il sussurro del De Merode - La notte è grigia



Sono le 2 del mattino, nulla si fa più significativo di questo momento,

quando la paura ti si fionda addosso a forma di lacrime. Pensi e piangi, piangi e pensi; continui a piangere in silenzio, facendo finta di pensare. Vedi il cielo blu della notte che si trasforma in qualcosa di insicuro ed incerto. Assisti all’appassire delle foglie autunnali che, come le tue speranze, erano rinate con il fiorire della primavera. Il profumo della fredda pioggia ti ricorda il cuore di qualcuno che hai perso. La musica del silenzio notturno richiama la voce di Lui che, a vuoto, ti abbracciava. Ormai il tempo è troppo stretto per continuare a rivivere il passato. Adesso è il momento del presente, che si scioglie nella paura del futuro; come il Nero sul Bianco. 

“Forse, pensò, la radice d'ogni arte, e fors'anche d'ogni spirito, è la paura della morte. Noi la temiamo, abbiamo orrore della caducità, vediamo con tristezza i fiori appassire e le foglie cadere e sentiamo nel nostro cuore la certezza che anche noi siamo caduchi e presto avvizziremo. Se dunque come artisti creiamo figure o come pensatori cerchiamo leggi e formuliamo pensieri, lo facciamo per salvare qualche cosa della grande danza macabra, per stabilire qualche cosa che abbia una durata più lunga di noi stessi.”

Narciso e Boccadoro, Hermann Hesse


Sveva 

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