mercoledì 22 dicembre 2021

Blog&scuola: l'Inferno alle Scuderie del Quirinale



 Il 9 dicembre 2021 le seconde medie del San Giuseppe de Merode (tra cui la nostra classe) si sono incamminate verso le Scuderie del Quirinale

per vedere l'intrigante mostra sull'Inferno. Quando siamo arrivati ci hanno controllato il green pass e ci hanno dato degli auricolari per sentire meglio. 

Appena iniziata la visita, la guida ci ha invitato ad "entrare" nella porta dell'Inferno che è stata creata da Auguste Rodin in 37 anni. Questa scultura si trova in una delle prime stanze espositive. Oltre a questa enorme scultura abbiamo visto anche altre opere e, soprattutto, dipinti che raffiguravano l'Inferno dantesco. Colpiscono, in particolare, i gironi e i personaggi piú noti dell'Inferno dantesco come il conte Ugolino e Paolo e Francesca.

Nella stanza successiva troviamo dipinti che raffigurano Dante e la sua vita, soprattutto, il periodo dell’esilio. Il dipinto di Domenico Peterlin lo raffigura in esilio. Possiamo notare Dante malinconico e pensieroso. La stessa caratteristica compare anche nelle numerose biografie scritte su di lui soprattutto ad opera di Giovanni Boccaccio.

Al secondo piano la prima cosa cha abbiamo visto sono stati i pupi siciliani. Questi provenivano da Palermo e rappresentavano i diavoli e i maghi citati nella Divina Commedia. 

Questa mostra è stata realizzata per celebrare i settecento anni dalla morte di Dante.

Dopo i pupi siciliani, abbiamo ammirato dei quadri che rappresentano l'Inferno moderno: le fabbriche, dove gli uomini hanno la faccia leggermente sfocata per simboleggiare la perdita di personalità come anime destinate al lavoro eterno; poi c'era un dipinto che raffigurava una scena di un uomo che piange per la morte di un altro: simboleggia l'arte, aveva un'aureola e una lira, che sono sopraffatte dalla quotidianità e dall’inferno della vita umana.

Subito dopo siamo stati colpiti dalla visione di un quadro che raffigurava un manicomio.

In esso viene mostrato l’inferno di coloro che la società non considerava normali. 

Infine abbiamo ammirato un dipinto che simboleggiava la schiavitù ebraica.

Esso è stato dipinto da un uomo vissuto in un campo di concentramento e che ha sperimentato sulla sua pelle l’Inferno in terra.

L'ultima stanza che abbiamo visitato era dedicata al famoso verso della Divina Commedia che recita «e quindi uscimmo a riveder le stelle». Colpivano i quadri che volevano rappresentare le stelle nel cielo notturno. Dante con questa espressione vuole esprimere la rinascita dopo l'Inferno, luogo di peccato e di sofferenza e gli autori dei dipinti riescono a trasmetterci lo stesso messaggio di speranza e serenità. 

In conclusione, in questa mostra abbiamo visto tre tipi di Inferno:

L'Inferno dantesco

L'Inferno teatrale

L'Inferno moderno

Tutti hanno, però, qualcosa in comune: inducono alla paura e allo stress emotivo per esaltare la resistenza dell’uomo nella ricerca della salvezza e della bellezza.

Maria Nastasi e Chiara Mazza 2^A


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