Mostri, creature leggendarie ed esseri soprannaturali,
nati per motivi storici, moralistici o semplicemente intrattenitivi, sono un elemento folkloristico imprescindibile in ogni cultura che si rispetti. Tutti questi esseri coniati dalla mente umana, svolgono però un importantissimo ruolo poiché sono delle testimonianze antropologiche cruciali le quali spesso vanno a definire un’intera tradizione (per esempio la mitologia greca o le molteplici divinità indù). Alcune tra le più varie e particolari entità paranormali, le quali tuttora influenzano l’immaginario comune, con riferimenti in molteplici produzioni, sono sicuramente i demoni giapponesi: gli Yōkai.Essi sono degli spiriti, (difatti il nome si traduce letteralmente come “apparizione misteriosa”), che possono essere sia benevoli sia malevoli e, in molti casi, hanno la funzione di spiegare alcuni eventi naturali. Queste creature differiscono incredibilmente per forme, colori, dimensioni, caratteri ed attitudini, alcuni addirittura sono in grado di cambiare forma! Spesso tuttavia presentano dei tratti antropomorfi, per esempio i Tengu che sono solitamente raffigurati con ali da uccello o la Kiyohime, un demone dalle sembianze di una bellissima ragazza. Non si conosce l’origine storica di queste leggende, tuttavia le testimonianze scritte più antiche risalgono circa al 600 dopo Cristo. Ai giorni nostri, sono arrivate a noi circa 400 illustrazioni, raffigurazioni e racconti riguardanti queste fantomatiche entità, però, contando anche loro citazioni in altri manoscritti storici, si arriverebbe ad una colossale cifra di 1000 tipi differenti di yōkai. Essi sono classificati in una quantità spropositata di sistemi diversi: a seconda della forma, dell’apparenza esterna, dell’elemento che li contraddistingue o della loro natura, tuttavia la loro suddivisione più quotata, nonché la più semplice, risalente al periodo edō (1600-1800 circa) è quella che li separa in quattro gruppi principali, in base alle loro origini, ripartiti in:
Yurei Yōkai (oppure Mononoke): spiriti di esseri umani, tornati dall’aldilà per dei compiti incompiuti e spesso carichi di rancore, i quali rimandano (molte volte) a personaggi o fatti storici ingigantiti e mistificati, per esempio la precedentemente menzionata Kiyohime, la quale leggenda narra che, rifiutata da un giovane, lo seguì assiduamente fino agli argini di un fiume e, colma di ira, si trasformò in un demone serpentino (molto simile ad una gorgone), per ammazzarlo.
Kaiju Yōkai: spiriti dalle sembianze animalesche, spesso dotati di poteri magici, come per esempio il famosissimo Tanuki, un procione malizioso, scherzoso ma distratto dotato di poteri illusori che si trasformano grazie a delle particolari foglie.
Henge Yōkai: spiriti mutaforma, in grado di possedere oggetti, come per esempio lo tsukumogami, che si dice che abiti gli oggetti dimenticati da 100 anni, e sia benevolo o malevolo a seconda di che oggetto sia e di come sia stato trattato.
Choshizen Yōkai: tutti quei fenomeni misteriosi ed inspiegabili che possono essere ricondotti a situazioni soprannaturali.
La funzione più importante di queste creature, è ovviamente, quella morale, difatti, che vengano esposti in maniera cruda e spietata oppure con toni più moderati, gli Yōkai e le loro leggende forniscono sempre lezioni di vita e massime importanti per ogni uomo.
Alessio Racioppi
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