Guardiani del faro: una solitudine piena di sé

grafica: Alessia Zhang

 Vi siete mai chiesti come potesse essere la vita di un guardiano del faro?

Ma soprattutto,

esistono ancora? I guardiani del faro esistono ancora, anche se in quantità ridotte, ma resta comunque un lavoro molto ambito. 

Grazie alle nuove tecnologie continuamente in aggiornamento, la necessità di assumere nuovi guardiani si sta abbassando ma resta un lavoro affascinante, romantico e ad alto contatto con la natura.

I fari italiani sono tutti di proprietà della Marina Militare e, nonostante il fatto oggi ci sia meno necessità di assumere, le richieste di lavoro sono ancora altissime. L’età varia da persone molto giovani a pensionati, tutti in cerca di solitudine, tranquillità e un contatto ravvicinato con la natura. Una persona può essere portata a scegliere questo lavoro in quanto la vita di oggi è sempre più frenetica e stressante. Scegliendo di fare questo lavoro, ci si può dedicare di più a se stessi, concedendosi molto più tempo libero eliminando quasi del tutto lo stress o motivi di ansia. Allo stesso tempo si comprende che la vita può essere composta da cose molto più semplici, che possono rendere comunque felici. 

I requisiti per diventare guardiani del faro non sono molti, ma quelli richiesti sono effettivamente essenziali. In primis bisogna sicuramente essere capaci a stare da soli, bisogna essere indipendenti. Per il resto è importante saper svolgere le attività di manutenzione di un edificio, come ad esempio verniciare i muri e avere dimestichezza con l’impianto elettrico ed idraulico. Sì, è sicuramente un passo avanti se si ha un diploma a un istituto nautico. 

Ciò che comporta oggi questo lavoro è sicuramente meno impegnativo del passato, in quanto grazie alle nuove tecnologie i fari sono per lo più automatizzati, e il lavoro consiste maggiormente nella manutenzione del faro in sé.

Probabilmente non lo consiglierei come lavoro per la vita, ma per un periodo relativamente breve, che può servire a ritrovare un equilibrio con se stessi e a depurarsi dagli effetti negativi della vita metropolitana.

Maria Vittoria Berardi