giovedì 13 gennaio 2022

Stop al femminicidio

 

Anche oggi se si cercano le ultime notizie si trovano i nomi e le storie di innumerevoli donne uccise dalla

violenza del marito o del compagno.

Solo guardando tra le notizie delle vacanze appena trascorse se ne vedono tantissimi esempi, tra cui addirittura un ottantenne a Pesaro che ha ucciso la moglie sessantenne dopo molti anni di matrimonio, convinto che lei lo tradisse. È soprattutto davanti a questo tipo di storie che le domande sorgono spontanee; come si fa a trascorrere un’intera vita con qualcuno, raggiungere addirittura la vecchiaia insieme, e alla fine dover vedere in lui il tuo assassino? È davvero così impossibile conoscere qualcuno, riconoscere l’amore?

Purtroppo la difficoltà sta proprio in questo, nel fatto, cioè, che la violenza viene da dove meno ce lo aspettiamo e meno siamo disposti ad accettarlo. Del resto, sono casi che spesso vanno oltre la nostra comprensione. Uomini che dopo anni insieme uccidono le mogli, a volte tentano di far male anche ai figli, per poi spesso suicidarsi o consegnarsi. Perché allora tutto questo? La verità è che capire questa tipologia così diffusa di uomini significa capire che è l’idea stessa dell’amore a essere distorta per loro. Quello che loro identificano come amore e che è in realtà un senso di possesso così profondo che è preferibile la morte o la sofferenza piuttosto che permettere alla loro donna di vivere senza di loro. Che identificano come una giusta punizione per l’amore che ha anche solo pensato di lasciarli.

Al che si torna al quesito fondamentale; come evitare questo tipo di persone? Forse per una mentalità di fondo nella nostra società, forse perché semplicemente alcuni nascono così, ma evitarli completamente è semplicemente impossibile. Penso che piuttosto che insegnare ad evitarli, si dovrebbe concentrare l’attenzione sulle possibilità e le risorse per le donne di lasciarli man mano che essi si rivelano. Sessant’anni di cui decenni passati insieme non danno il diritto a un uomo di mettere le mani addosso alla moglie o levano quello della moglie di essere protetta se riesce a trovare la forza di liberarsi. Una donna oltre a una situazione del genere, già difficile, non dovrebbe affrontare anche la paura di non essere aiutata da quelle associazioni che così tante volte non intervengono in tempo. I cambiamenti da fare sono tanti e complicati, sono cambiamenti del nostro stesso modo di pensare. Ma vanno compiuti per tutte quelle donne per cui è già troppo tardi e quelle per cui invece potrebbe ancora non esserlo.

Gaia Zavaroni

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