It’s all about the journey
Sabato 29 Gennaio ho concluso la
mia esperienza di un semestre di studio all’estero.
Avendo vissuto a Victoria per
cinque mesi, col tempo mi sono abituato al loro modo di vivere, alla loro
cultura, ed ho legato sempre di più con le persone che ho conosciuto, fino a
creare legami di amicizia che porterò con me per tutta la vita. Nel mio ultimo
mese, ho provato le stesse emozioni che provai a fine Agosto prima di partire
per il Canada: la sensazione di andare via da casa.
L’ultimo giorno in Canada è stato
per me un giorno molto emozionante. Avevo il primo aereo da Victoria per
Vancouver alle 9:25 del mattino. Al mio arrivo in aeroporto, ho salutato la mia
house-mom ed il mio house-brother e sono entrato per fare il check-in. In quel
momento, sono stato sorpreso da tutti i miei amici, che si erano organizzati
per venirmi a vedere, tutti insieme, per un’ultima volta. Dopo baci, abbracci e
pianti, purtroppo li ho dovuti salutare. Entro nella stanza del controllo
bagagli e davanti a me vedo questa enorme scritta sul muro: “It’s all about
the journey…” (“è tutto nel viaggio”).
In quel momento di rammarico per
la partenza, per dover lasciare tutti i miei nuovi amici, ho iniziato a
riflettere profondamente sul significato per me di questa esperienza. Perché è
quando una cosa finisce, che si ha l’opportunità di di riguardare indietro al
passato, cercando di dargli un senso completo.
Una delle cose più importanti che
credo di aver appreso in Canada è quello che molti sintetizzano con il detto: “non
rimandare a domani ciò che si può fare oggi”. Al contrario di quanto si possa
pensare, cinque mesi non sono niente, volano via in un batter d’occhio. E’ stata
la consapevolezza di avere così poco tempo a disposizione, a darmi una
sensazione di urgenza nel fare più cose possibili per vivere ogni singolo
momento al massimo. Un’emozione che qui a Roma non avevo mai provato prima, poiché
vivendoci permanentemente ho sempre pensato di avere tutto il tempo a
disposizione per fare le cose in un altro momento, rimandando spesso al
domani.
Partire per così tanto tempo,
dopo due anni in cui la pandemia ci ha impedito di uscire dal nostro paese, mi
ha fatto riscoprire l’amore per il viaggio. Il coraggio di lasciare casa, di immergersi
in un posto sconosciuto, e sentirsi come un avventuriero che va alla scoperta
di nuovi orizzonti. Apprendere nuove culture ed imparare a guardare la vita da
una diversa angolazione da quella a cui siamo abituati. Iniziare a sentirsi a
casa, creando legami con persone nuove, ed iniziare eventualmente ad amarle;
perché “casa è dove ci sono le persone che ami”. E’ per questo motivo che
adesso posso dire di avere due case, a Roma ed a Victoria.
Questi sentimenti, queste
sensazioni forti, mi hanno portato a riflettere: “se un posto di cui dieci mesi
fa non conoscevo neanche l’esistenza è riuscito a diventare così importante per
me, quante altre destinazioni possono diventare a loro volta la mia casa?
Quante altre bellissime persone ci sono nel mondo che non ho ancora conosciuto
e che magari viaggiando potrò incontrare?”.
Questo viaggio mi ha fatto
riscoprire quanto sia bello il mondo in cui viviamo, e la fede che ci sia del
bene nelle persone. Mi ha istigato una forte curiosità ad andare alla scoperta
di nuove sensazioni, e di conoscere il più possibile, cercando di vivere ogni
momento al meglio.
Non mi pentirò mai della mia
decisione di essere partito e di aver fatto questa esperienza. La consiglio a tutti,
affinché anche altri possano provare emozioni forti, proprio come è accaduto a me,
che senza il viaggio, non si avranno mai l’opportunità di vivere.
Rodrigo Molina
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