Dopo uno straziante stallo nelle ricerche il 3 luglio, durante il consueto Angelus in Vaticano, Papa Giovanni Paolo II rivolse uno straordinario appello
Passarono anni e molte ipotesi furono considerate sul caso ma niente arrivava ad una conclusione. Un punto di svolta però arrivò. La sera dell’11 luglio 2005, durante la trasmissione del programma “Chi l’ha visto?”, arrivò alla redazione una telefonata in cui si diceva che, per risolvere il caso, bisognava andare a vedere chi fosse sepolto nella basilica di Sant’Apollinare e di verificare “il favore che Renatino fece al cardinal Poletti”. Si scoprì poi che nella basilica era sepolto Enrico “Renatino” De Pedis, un boss della Banda della Magliana; era noto infatti come diversi esponenti di organizzazioni mafiose avessero come feticcio quello di essere sepolti in chiese rinomate, restava però la domanda del come un uomo del genere fosse riuscito ad ottenere un favore simile. Negli anni successivi, cavalcando l’onda del nuovo successo del caso, l’ex-compagna di De Pedis, Sabrina Minardi, partecipò a numerose interviste riguardo la scomparsa di Emanuela. La Minardi infatti affermava che la ragazza avrebbe vissuto in prigionia dentro uno scantinato di un appartamento a Monteverde, venendo poi uccisa dallo stesso De Pedis nel 1993. Le dichiarazioni della Minardi furono poi ritenute poco affidabili, sia perché il ‘93 è ben 3 anni dopo la morte di De Pedis, sia perché gli inquirenti vennero a sapere che, durante gli anni di relazione con il boss, la Minardi era solita fare utilizzo di sostanze stupefacenti, rendendo quindi questa pista completamente inattendibile. [continua]
Giuseppe Cirimele
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